Le nuove varianti del Covid – inglese, sudafricana, brasiliana e un’ulteriore in California – destano non poche preoccupazioni sul piano del vaccino e della sua eventuale inefficacia. Cosa accadrebbe se gli attuali vaccini dovessero non dimostrarsi capaci di fronteggiare uno o più varianti del virus? Nei casi più drammatici potrebbero servire dei mesi prima di rimpiazzarli ed a lanciare l’allarme, come riferisce l’agenzia di stampa Ansa, è stata l’Ema, Agenzia europea dei medicinali. Marco Cavaleri, responsabile della Strategia vaccini dell’Ema lo ha definito come lo “scenario peggiore”.



Per il momento non ci sarebbero tuttavia segnali tali da far allertare particolarmente, ma resta tuttavia un tema che non può certamente passare in secondo piano. Le varianti del virus SarsCoV2 attualmente in circolazione continuano a fare paura: da quella inglese, che stando a quanto dichiarato dall’Oms sarebbe già in 60 Paesi, a quelle sudafricana e brasiliana, fino alla più recente isolata in California.



EMA, NUOVE VARIANTI E VACCINI: LO SCENARIO PEGGIORE

Intervenendo all’Ansa, proprio Cavaleri dell’Ema ha approfondito l’argomento commentando: “È difficile capire esattamente che cosa possa succedere. Fermo restando che il vaccino potrebbe comunque funzionare in modo sostanziale contro tutte queste varianti, non si può escludere che in futuro possa risultare efficace contro alcune e non contro altre”. Nel peggiore dei casi, quindi, ci troveremo di fronte ad una situazione in cui il vaccino attualmente a disposizione potrebbe non essere efficace. Tale evidenza verrebbe a galla secondo l’esperto nel corso delle campagne vaccinali. Quindi, ammette, “Se dovessimo arrivare a questo scenario sarebbe necessario cambiare la composizione del vaccino in modo drastico”. E cosa accadrebbe ai vaccini attualmente in circolazione? Non verrebbero ritirati dal commercio ma “è importante rimpiazzarli e uscire con nuovi vaccini”. Certamente l’operazione richiederebbe anche dei tempi tecnici necessari e dunque sarebbe “impensabile fare prima di due mesi: le aziende dovrebbero allestire un nuovo vaccino e affrontare un nuovo iter di registrazione molto veloce, al quale stiamo lavorando”.

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