Ema Stokholma, dj, conduttrice, pittrice, scrittrice, ha avuto l’occasione insieme a Saverio Raimondo di commentare le due semifinali dell’Eurovision Song Contest andate in onda su Rai 4. E’ stata intervistata da Il Messaggero e, proprio per il suo interesse per la musica, ha detto la sua anche sui Maneskin e la loro vittoria al Festival di Sanremo, che lei seguiva in prima linea per le dirette di Rai Radio2. Alla domanda se il rock italiano di ”Zitti e buoni” ha qualche chance di conquistare l’Europa, la Stokholma ha risposto: ”Vedremo. Anche se la loro non è la musica più modernissima che ci sia. Infatti hanno vinto Sanremo: lì chi vota non è giovane”.



Secondo la conduttrice di origine francese, quindi, il genere dei Maneskin piace più agli adulti che ai ragazzi. Ritenendo che il rock lo si può modernizzare ma rimane sempre la musica che ha caratterizzato altri tempi: ”Comunque sono belli da vedere”. Parlando di musica, lei a breve uscirà con un singolo, e ha tenuto a precisare che non diventerà la regina dei tormentoni come Baby K o Elettra Lamborghini. A Il Messaggero non ha anticipato molto sul brano, ha detto solo che sarà disponibile tra una ventina di giorni e lo ha definito come ”un divertissement in cui metto in fila modi di dire francesi”.



I mille ruoli di Ema Stokholma

Ema Stokholma, lo scorso anno, ha pubblicato il libro ”Per il mio bene” in cui ha raccontato il tormentato rapporto con la madre e la violenza subita proprio da lei. Per questo suo progetto editoriale spera di vincere, il prossimo 18 luglio a Pontremoli, il Premio Bancarella per cui concorre: ”Un po’ ci spero, anche perché mi aspettavo di più. Volevo rendermi utile in qualche modo, mettermi al servizio degli assistenti sociali. Invece mi hanno esclusa dalle loro iniziative, forse l’argomento è considerato tabù”.

Non solo conduttrice radiofonica e dj dunque, anche scrittrice e a breve cantante. Senza contare che la Stokholma si cimenta anche come pittrice (nel suo profilo Instagram pubblica quasi solo suoi dipinti). Per quanto riguarda la tv, invece, ha rivelato a Il Messaggero che non fu chiamata per fare un reality che venne ideato esclusivamente per dj perché ”il mondo del clubbing è maschilista, non accettano che una donna possa suonare anziché fare la cubista”. E in merito ha detto anche quanto sia un peccato vedere sempre conduttori, esperti e giornalisti maschi, quando alcuni di loro non sono neppure all’altezza e collezionano solo figuracce in tv. Infine le è stato chiesto cosa ne pensasse dell’idea di Giorgia Meloni premier: ”No. Va bene la parità, ma lei è pericolosa per le cose che dice, che pensa e che vorrebbe fare: non avrebbe il mio voto”.