Cosa c’è dietro l’approvazione del vaccino Pfizer? Ci sono state pressioni sui funzionari e scienziati dell’Ema? A fare un po’ di luce sulla vicenda sono i giornalisti investigativi “Behind The Pledge” che hanno esaminato col Fatto Quotidiano e Report i documenti rubati all’Ema in un attacco informatico il 9 dicembre e poi riemersi nel dark web. Tra le comunicazioni più significative ci sono quelle del 19 novembre, giorno in cui la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen annuncia la possibile autorizzazione dei vaccini Pfizer e Moderna nella seconda metà di dicembre 2020. In questo scambio, la cui autenticità è stata confermata dall’Ema a Report, un alto funzionario parla della riunione telefonica con la commissaria europea alla salute, Stella Kyriakides. «Atmosfera tesa, a tratti sgradevole. Ci ha dato un assaggio di cosa l’Ema si può aspettare se tradirà le aspettative nei suoi riguardi. A prescindere dal fatto che queste aspettative siano realistiche o no».
Il giorno dopo scrive riferendosi direttamente alla presidente della Commissione Ue. «Ora lei ha identificato due vaccini che potrebbero essere approvati prima della fine dell’anno mentre ci sono ancora problemi con entrambi! Ora dobbiamo capire se tutto questo può essere risolto in tempo, senza compromettere la solidità del processo di approvazione!».
EMALEAKS: PRESSIONI, PROBLEMI E COMPETIZIONE CON FDA…
A ciò si aggiunge la competizione con la Food and Drug Administration (Fda). In una mail del 22 novembre, infatti, l’alto esponente dell’Ema riferisce ad una funzionaria della Commissione Ue che Fda e Mhra (Agenzia regolatrice inglese dei farmaci) potrebbero approvare prima i vaccini e avverte: «Stiamo velocizzando il processo il più possibile ma abbiamo anche bisogno di essere certi che la nostra valutazione scientifica sia più robusta possibile». A complicare le cose, dice l’esponente Ema, è il fatto che l’azienda chieda una piena autorizzazione, non condizionata. Quest’ultima presuppone che la società farmaceutica fornisca ulteriori dati o faccia altri studi dopo l’approvazione. Infatti, ad oggi Pfizer e Moderna hanno ricevuto solo questa autorizzazione. Ma nel frattempo erano state formulate tre «obiezioni importanti» al vaccino Pfizer. È quanto emerge da alcuni documenti che non sono stati considerati manipolati dall’Ema. In primis, non erano stati ancora ispezionati alcuni siti di produzione; inoltre, mancavano ancora i dati sui lotti di vaccini commerciali, ma c’era soprattutto preoccupazione perché i dati a disposizione avevano evidenziato differenze qualitative tra i lotti commerciali e quelli usati durante gli studi clinici.
Questi dubbi persistevano il 30 novembre. Non erano ritenuti problemi critici, considerando anche il contesto di novità e l’esperienza limitata, ma uno scienziato dell’Ema sottolineava che era «prevista una strategia di controllo più rigorosa». Le mail poi si interrompono, ma Ema ha poi spiegato che il problema di qualità è stato risolto dall’azienda proprio per ottenere la raccomandazione all’autorizzazione. Sul furto dei documenti, ritrovati in un black market russo nel dark web tra dicembre e inizio gennaio, c’è grande mistero. Gli esperti di cybersicurezza tendono ad escludere che ci sia dietro un gruppo anti-vax, in quanto avrebbero pubblicato subito i documenti. Secondo quanto riportato dal Fatto Quotidiano, c’è chi ritiene che questa operazione serva a screditare il vaccino e le istituzioni europee, a tal proposito non si esclude un movente finanziario, visto che i documenti riguardano soprattutto Pfizer e poco quelli di Moderna, casa farmaceutica concorrente.