La storia di Emanuela a C’è posta per te prosegue dopo la consegna della classica posta ai genitori, Petra e Luigi. Chiaramente i due accettano e arrivati in studio la commozione è tanta nello scoprire che dall’altro lato c’era proprio la loro amata figlia. La giovane parte con il raccontare il senso della sua presenza, passa in rassegna quegli anni di difficoltà dove i genitori sono stati il faro della speranza e la forza più grande: “Io non sarei riuscita a fare la metà di quello che avete fatto per me, io vi amo tantissimo”.



Emanuela a questo punto rompe gli indugi e presenta il suo personale regalo per i genitori, annunciando l’arrivo dalle scale di Stefano De Martino. Il conduttore è il beniamino di famiglia e la sua vista desta ancora una volta la commozione dei due. Il conduttore, con le lacrime agli occhi, lancia il suo personale messaggio di speranza. “Quando capitano i dolori ci si arrabbia, perchè proprio a me? Se ci pensate però è una domanda che non facciamo mai al contrario quando succede qualcosa di bello”. E dopo aver regalato una bel viaggio da godere in famiglia, non resta che passare al più classico dei lieto fine, aprire la busta!



Emanuela, la sua storia a C’è posta per te: la riconoscenza per i genitori Petra e Luigi

La prima storia della puntata di C’è posta per te vede la complicità di uno dei personaggi tv più seguiti, Stefano De Martino. Il conduttore siede al fianco di Emanuela che è pronta a regalare forti emozioni ai suoi genitori, Petra e Luigi. “Essere figlia non vuol dire semplicemente fare i capricci per scarpe costose, ma significa capire di avere due persone su cui contare per tutta la vita”.

Emanuela, racconta Maria De Filippi, ha dovuto fare i conti con una brutta malattia: un linfoma. Grazie ai suoi genitori è riuscita a lottare con caparbietà e forza d’animo andando avanti anche nei momenti più bui. C’è stato un momento in cui la giovane stava per mollare, ma è stato il padre a darle dell’iniezione di forza ulteriore per affrontare le battute finali della battaglia. “Papà un giorno mi disse che era orgoglioso di me, che ero coraggiosa e che dovevo terminare il mio percorso. Se non fosse stato per quelle parole non avrei fatto gli ultimi cicli di chemioterapia”.