Emanuela Fanelli nell’ultimo periodo è letteralmente “esplosa”. La grande popolarità è giunta con “Battute” prima e poi con “Una pezza di Lundini” che hanno contributo a darle il meritato successo trasformandola nell’attrice del momento. “Adesso che si sta un po’ riprendendo a uscire di casa, quando qualcuno mi conosce mi fa piacere”, ha commentato in una lunga intervista ad Alberto Infelise per La Stampa. “Sono stata un anno chiusa in casa per la pandemia, uscendo praticamente solo per lavorare: ora esco e la gente mi sorride”, commenta. Emanuela ricorda con nostalgia le sue origini appena fuori dal Grande Raccordo Anulare ma continua ad essere grata per quello che sta facendo ancora fatica ad abituarsi al grande successo ed alla visibilità che il suo lavoro le ha dato. Il suo maggiore timore è quello di apparire una fanatica.
“Ci sono stati molti giorni in cui la mia quotidianità era lavorare in un call center o come maestra”, ha raccontato al quotidiano, ribadendo di conoscere bene la sensazione di fare un lavoro che non appassiona. “Io lo faccio e sono molto conscia della mia fortuna”, ammette. Emanuela si definisce una persona “terribilmente ansiosa, ma solo sul lavoro, e combatto l’ansia cercando di essere precisissima”, dice.
EMANUELA FANELLI, I SUOI MITI E LA CHIAMATA DI CHECCO ZALONE
Tra gli attori che ha amato di più e che in qualche modo l’hanno ispirata, la Fanelli ha citato Anna Marchesini e ovviamente Franca Valeri. Ma la lista è lunga: Carlo Verdone, Troisi, Alberto Sordi, Bice Valori e Paolo Panelli. Anche al cinema aveva i suoi miti: Scola, Monicelli, Magni. “Fondamentalmente sono le persone che mi hanno fatto ridere tanto, soprattutto in quell’età in cui si sta formando il senso dell’umorismo”, ha ammesso. Tra i personaggi amati in tv, anche Paola Cortellesi e Corrado Guzzanti. Con quest’ultimo ha avuto il grande onore di lavorare in “Dov’è Mario”, esperienza che l’ha portata a mettere momentaneamente da parte il grande imbarazzo: “Si è rivelato un attore generosissimo”. Nel suo lavoro la Fanelli ha spiegato di tenere molto al linguaggio: “Ci tengo a non far vedere la finzione, a far credere che un linguaggio sia naturale ed esista davvero anche se magari si è lavorato tanto per crearlo”, ha spiegato, respingendo al tempo stesso coloro che si prendono eccessivamente sul serio. A lasciarla senza parole è stato invece Checco Zalone: “Non mi aspettavo la sua chiamata per il video della canzone ‘Immigrato’, per il lancio di ‘Tolo Tolo’. Lui è uno che fa numeri pazzeschi, che nessun altro fa”, ha commentato. Pur complimentandosi con lei, Zalone le avrebbe detto “nel video ti tengo muta. Se mi vuoi dire di no lo capisco”. Lei ha ovviamente accettato restando tuttavia colpita dalla gentilezza e la cura con cui le comunicò questa cosa.
IL TIMORE DELLA POPOLARITÀ E DEL SUCCESSO
La grande popolarità per Emanuela Fanelli è però giunta con Battute e Una pezza di Lundini, motivo per cui sarà sempre grata a Giovanni Benincasa, l’ideatore dei due programmi. “Quando ho deciso di fare questo mestiere pensavo che la cosa importante fosse il talento, che peraltro non pensavo di avere”, ha commentato. Quando incontrò Benincasa le promise che l’avrebbe richiamata se avesse avuto un progetto adatto a lei, e così è stato. Con Lundini c’è una grande sintonia nonostante l’apparente diversità: “Con Valerio ci facciamo da spalla a vicenda, per noi la cosa fondamentale è fare quello che ci diverte. Abbiamo due modi di far ridere diversi ma vanno bene insieme, due toni e due ritmi ma ci fanno ridere le stesse cose”. La Fanelli la ritroveremo nel nuovo film di Paolo Virzì dal titolo “Siccità” in cui però il suo non sarà un ruolo comico. Un dono, come ha commentato la stessa, che sogna di cimentarsi in ruoli sempre nuovi, anche se si è detta terrorizzata di aver potuto fare una figuraccia. “Il mio incubo è vedere il film per la prima volta insieme con il pubblico e mettermi a piangere davanti a tutti perchè vedo quanto sono cagna”, ha svelato, dimostrando ancora una volta di non aver fatto pace con il suo talento, la sua bravura ed il successo.