Il successo non dà fastidio ad Emanuela Grimalda, anzi. «La gente prima di fermarmi e dirmi qualcosa mi sorride ed è bellissimo. Non è bello solo essere riconosciuti, ma essere apprezzati». A proposito del ruolo che interpreta in Volevo fare la rockstar, l’attrice rivela cosa ha imparato: «Tutti possono cambiare. Viene mostrato che siamo fatti di tante cose e che possiamo trasformare la nostra vita, migliorarla. Abbiamo risorse che spesso non sappiamo di avere». Quello è il primo ruolo che interpreta da mamma. «In generale c’è una dose di egoismo nell’essere genitori», spiega l’attrice. Ma tante sono le cose che ha appreso anche dalla psicanalisi: «Nella vita bisogna anche accontentarsi. Non è riduttivo, è essere contenti di quello che si ha, altrimenti si è frustrati per quello che non si ha». Infine, una battuta su Vanessa Gravina, che è stata ospite prima di lei: «Quando ha detto che i comici sono un po’ tristi ce l’aveva con me (ride, ndr). Arrivavo alla 21 stanca, lei invece era agitata. Ma come potevo esserlo se non avevo energie? Sul palco però cambiava tutto». (agg. di Silvana Palazzo)
MAMMA A 50 ANNI, “CHE FATICA MA…”
Emanuela Grimalda a “Vieni da me” parla anche di maternità. L’attrice è infatti diventata mamma a 50 anni e si lascia andare ad uno sfogo che viene ben accolto dal pubblico. «È così difficile fare le mamme e lavorare. C’è una grande fatica dietro, se ci aiutassero di più…». Poi racconta come è maturato il desiderio di avere un figlio. «Ho scoperto di avere una vita piena di cose, ma molte non servivano. Ho seguito un percorso di analisi, cominciato perché volevo andare a fondo. E così ho scoperto di avere questo spazio dentro di me… Sono stata fortunata ed è nato quel bimbo meraviglioso». E si chiama Giaime. «È il nome di uno scrittore che amo. Volevamo un nome breve, ma non ci veniva. Non piaceva a nessuno». Infine a proposito del matrimonio con Elio Arzu svela: «Mi sono sposata a 47 anni quindi era difficile scegliere l’abito da sposa. Non riuscivo a trovarlo… Mi venne in mente il vestito di mia madre. La chiamai e me lo feci dare». (agg. di Silvana Palazzo)
EMANUELA GRIMALDA A VIENI DA ME
Emanuela Grimalda a “Vieni da me” si racconta, ma parte dal suo ultimo personaggio in Volevo fare la rockstar. «Il personaggio che interpreto è una mamma e nonna molto particolare, bizzarra. Viene da una vita di inciampi. Resta vedova presto, ce la mette tutta… Lei rientra in famiglia dopo l’incidente della figlia e prova a farsi apprezzare dai figli». Ma l’attrice torna indietro per parlare dei suoi inizi: «Volevo dipingere, poi ho fatto il Dams. Insistetti tanto con i miei, volevo andare via da Trieste. Finisco a Bologna e poi ad un certo punto incontro un ragazzo che mi fa trovare un copione, così comincio a fare teatro e cabaret. Il cabaret poi mi dava qualche soldo». A 25 anni si iscrisse ad un concorso comico che si concluse malissimo per lei. «Mi dicevano tutti di provarci. Feci un monologo, arrivai in finale e durante la mia performance venni riempita di fischi. Non rideva nessuno, mi fischiavano solamente. Eri un po’ carne al macello… Non sono uscita di casa per una settimana».
EMANUELA GRIMALDA E LA STORIA CON STEFANO ACCORSI
Fu un fiasco incredibile. «Mi vergognavo e quella ferita scottava. Ma le sberle o ti distruggono o ti svegliano. Decisi che era talmente cocente che capì che dovevo farla seriamente o smettere. Quindi ho cominciato a studiare». Emanuela Grimalda ne approfitta a Vieni da me per lanciare un messaggio ai giovani: «Hanno paura di sbagliare, c’è ansia da prestazione. I fischi sono la cosa più terribile che possa succedere ad un attore, ma si rimonta in sella e si può fare molto». Il fidanzato di allora, Stefano Accorsi, la convinse poi a trasferirsi a Roma. «Era molto bravo e bello», dice prima che venga svelato il suo nome. «Forse se non fosse stato per lui non sarei venuta a Roma. Siamo stati insieme due anni, poi ci sono stati degli strascichi. E alla fine decisi di restare a Roma». E così è proseguita la sua carriera: «Pensavo che il cinema non volesse me, che voleva solo i belli, per questo mi sono dedicata al teatro. Sentivo di essere più adatta a quello».