Emanuela Orlandi: via libera alla commissione d’inchiesta parlamentare

Nella giornata di oggi parte della commissione Affari Costituzionali del Senato ha dato il suo via libera all’apertura di una commissione d’inchiesta parlamentare per la scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. Si tratta, a tutti gli effetti, di un importante passo, che si aggiunge alla recente apertura di un’altra inchiesta interna al Vaticano, per la scomparsa delle due ragazze avvenuta oltre 40 anni fa e mai indagata a dovere.



Non è, effettivamente, chiaro perché ed in quali circostanze siano sparite Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, ma ora, grazie alla commissione d’inchiesta parlamentare, la ricerca della verità sarà sicuramente agevolata. Non si tratta ancora di un avvio definitivo, perché dopo il voto di oggi spetterà all’Aula del Senato riunita decidere per il via libera, mentre la Camera l’ha già approvato. Commentando la notizia, il legale della famiglia di Emanuela Orlandi, Laura Sgrò, ha detto che “siamo molto contenti per quanto accaduto oggi in Senato. La ricerca della verità e della giustizia appartiene a tutti gli uomini di buona volontà e oggi il Senato ha dato prova di volere chiarezza e trasparenza sulla vicenda di Emanuela. Adesso che si vada subito in aula”, ha esortato in chisura.



La commissione d’inchiesta parlamentare su Emanuela Orlandi

L’apertura della commissione d’inchiesta parlamentare per la scomparsa di Emanuela Orlandi non era affatto scontata, ma si tratta sicuramente di un’ottima notizia. Da tempo si parla della possibilità di avviare un’indagine parlamentare, ma la decisione avrebbe trovato la resistenza del centrodestra, che solamente la scorsa settimana aveva chiesto per l’ultimo rinvio, di due settimane (ottenendone solamente una), per voce del senatore di Fratelli d’Italia Andrea De Priamo. Le ragioni della reticenza del centrodestra per l’apertura della commissione d’inchiesta su Emanuela Orlandi erano legale ad un audio diffuso negli scorsi medi in cui, parlando di Papa Wojtila, si sottolineava il fatto che “uscisse di nascosto la sera“. Circostanza che, secondo Pietro Orlandi, era confermata da parecchie voci, sottolineando che non voleva essere un’accusa o un’offesa.

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