L’audiocassetta fatta trovare alla sede dell’agenzia stampa ANSA il 17 luglio 1983, nella quale si sentono i lamenti di una donna torturata, la cui voce parrebbe essere quella di Emanuela Orlandi, sarebbe stata manipolata. Una notizia sulla quale il programma di Rete 4 “Quarto Grado”, condotto da Gianluigi Nuzzi e Alessandra Viero, ha voluto effettuare un approfondimento, intervistando in studio Antonio Asciore, ex agente della Digos, che quel giorno fu uno degli uomini che ascoltarono quell’audio.
Questo è stato il suo racconto: “Era una domenica. Ricordo che fui chiamato per andare presso l’ANSA a ritirare un plico. Quella cassetta era di una crudeltà che faceva rimanere freddi, faceva paura. Poteva durare 8-10 minuti. Le voci maschili dicevano che la ragazza doveva finire di lamentarsi e poi si sentiva come se qualcuno la torturasse”. Oggi, però, agli atti c’è un nastro che dura quattro minuti, mentre quello originario era più lungo: “Mancano delle parti, le voci maschili non ci sono più. Nell’originale ce n’erano due, forse tre. Sicuramente c’è stata una manipolazione, ci sono degli spazi vuoti. All’epoca quelle voci erano abbastanza chiare, ma parlavano velocemente. Più che parlare, urlavano, pronunciando minacce”.
EMANUELA ORLANDI, IL FRATELLO PIETRO: “A MIIO PADRE DISSERO CHE QUELLA CASSETTA CONTENEVA SOLO SPEZZONI AUDIO DI FILM P*RNO”
Il fratello di Emanuela Orlandi, Pietro, a “Quarto Grado” ha evidenziato: “Gli inquirenti dissero a mio padre che quelli contenuti nella cassetta audio erano solo spezzoni di un film p*rno. Quattro giorni prima del suo ritrovamento, i presunti rapitori avevano telefonato a un’amica di Emanuela, dicendo di avere lasciato la cassetta sotto il colonnato di San Pietro. In realtà, arrivati lì, non c’era nulla. Richiamarono quattro giorni dopo, dicendo che era stata prelevata da funzionari vaticani e che ne avevano lasciata un’altra all’ANSA”.
Pietro Orlandi ha quindi aggiunto che “i servizi segreti militari nel 2015 scrivono con altissima probabilità che quella registrata è la voce di Emanuela Orlandi: altro che film p*rno…”. La chiosa è spettata all’avvocato della famiglia Orlandi, Laura Sgrò: “Sin dal 2017 richiedemmo al Vaticano ogni documento riguardante Emanuela, file audio compresi, ma non mi è mai pervenuta risposta alcuna”.