IL CASO ORLANDI, IL RUOLO DELLA CHIESA E L’INNOCENZA DI PAPA FRANCESCO: PARLA FRANCESCA CHAOQUI
È appena nato il 2025 eppure alcuni temi, alcune storie, alcuni casi come quello di Emanuela Orlandi si ripropongono continuamente in un dramma senza fine ormai da oltre 40 anni: per la lobbista ed ex dipendente del Vaticano, Francesca Immacolata Chaoqui, il caso della scomparsa della ragazza all’epoca giovanissima occorre iniziare a considerarlo non tanto un “cold case” irrisolto, ma un evento da non dover più spettacolarizzare dato il dramma umano e familiare che vi sottende.
In tutto questo, le continue teorie e ipotesi che riportano eventuali responsabilità del Vaticano restano sotto indagine (come giusto che sia) ma si dovrebbe evitare di coinvolgere come “responsabili” chi oggi gestisce la Santa Sede, a cominciare da Papa Francesco: «La narrativa attuale è: il Vaticano sa e tace», racconta Chaoqui in una lunga intervista a “Il Tempo” uscita prima di Capodanno. Per l’ex dipendente della COSEA (commissione pontificia sull’organizzazione della struttura economico-amministrativa del Vaticano, ndr) Papa Francesco non ha alcuna responsabilità anche oggi nella sparizione Orlandi: «sono certa che non sappia dove sia Emanuela e che ne è stato di lei», ravvisa ancora Chaoqui nella chiacchierata con il collega Alessio Gallicola.
IL “CONSIGLIO” DI CHAOQUI ALLA FAMIGLIA ORLANDI: “È ORRENDO MA OCCORRE INIZIARE A PENSARE CHE NON CI SIA SOLUZIONE”
Quello che non piace a Chaoqui, e che in generale resta sempre sullo sfondo di una tristissima vicenda come quella della scomparsa di Emanuela Orlandi in quel dannato 22 giugno 1983, è che molti all’esterno della famiglia tra media, magistrati e quant’altro su questa storia hanno proseguito per anni con una “spettacolarizzazione” che ha creato solo danni e portato nessun passo in avanti. Pietro Orlandi, fratello di Emanuela che da anni combatte per trovare la verità sulla sorella, ha spiegato anche di recente che la pr romana possa sapere qualcosa sulle sorti della ragazza: Chaoqui, pur lodando la tenacia commovente di Pietro, allontana ogni accusa.
«Sapere cosa è accaduto a Emanuela e tacerlo è un reato»: tanto come Papa Francesco, di cui Chaoqui è stata collaboratrice nel passato per conto della Santa Sede, anche la stessa lobbista non ha informazioni particolari su che fine abbia fatto l’allora giovanissima Orlandi. Quello che però sottolinea Francesca Immacolata è che non condivide nulla di quello che viene fatto oggi per scoprire la verità: «Non sopporto la spettacolarizzazione di questa storia», rileva Chaoqui che in più occasioni ha spiegato alla famiglia Orlandi che se mai qualcuno potesse sapere indizi vari, «non lo direbbe con il timore di finire in un documentario o in TV».
Quindi come uscirne? Occorre sicuramente non dare nulla per “scontato” né saputo su eventuali nuovi indizi, ma occorre anche iniziare a prepararsi sulla fine peggiore, ovvero di non sapere mai cosa realmente sia accaduto a Emanuela Orlandi più di 40 anni fa. Serve continuare ovviamente a cercarla, però aprendo all’ipotesi «che il Vaticano non sappia dove sia, che sia un alleato e non un nemico». La “soluzione” di Chaoqui dettata al “Tempo”, che suona anche come un consiglio accorato alla famiglia Orlandi, è che si debba iniziare a ragione «anche se è orrendo» sul fatto che «una soluzione non ci sia, che le prove di dove sia non ci sono e che non si troveranno mai».