Il caso relativo alla scomparsa di Emanuela Orlandi si arricchisce di nuovi inquietanti dettagli. È stata infatti pubblicata dal Corriere della Sera una conversazione avuta sul web da Francesca Immacolata Chaoqui, nota per essere stata una collaboratrice di Papa Francesco all’inizio del suo pontificato e legata allo scandalo di Vatileaks 2, e il segretario della prefettura degli affari economici del Vaticano, Angel Vallejo Balda. Il dialogo risalirebbe a dieci anni fa, ovvero l’ultimo periodo in cui la Commissione di studio e indirizzo sull’organizzazione delle strutture economiche e amministrative della Santa Sede (COSEA), di cui entrambi facevano parte, rimase all’opera.
L’organismo si sarebbe dovuto occupare dei conti economici, ma pare che non fossero soltanto quelli gli argomenti. Lo dimostrerebbero proprio le conversazioni che parlano del caso e di presunte prove da cancellare. “A settembre dobbiamo far sparire quella cosa della Orlandi e pagare i tombaroli. Di questo devi parlare al Papa. Ora che torniamo si lavora all’archivio. E basta giornali e follie varie. Quella roba della Orlandi deve sparire e tu devi farti gli affari tuoi”, avrebbe scritto Chaoqui a Vallejo Balda.
Il contenuto delle chat del Vaticano su Emanuela Orlandi
Nelle chat viene citato anche Domenico Giani, ex capo della gendarmeria, spesso accusato di sapere qualcosa relativamente alla scomparsa di Emanuele Orlandi. “Io non credo che sia come dici tu su di lui. Quello che hanno fatto è un reato e lui lo deve sapere. Brucia questa conversazione appena la leggi. Fai le copie almeno di quella cosa della Orlandi e le mando in procura in forma anonima. Questa roba finisce male”, avrebbe aggiunto Chaoqui. Vallejo Balda da parte sua avrebbe risposto con un italiano sgrammaticato, ordinandole di non dire nulla: “Orlandi sono cose che vanno da serio. El cardinale a detto che doviamo mettere tutta la forza in questo, el Papa e con noi. Tiene molto in questo e lo faremo bene”.
Successivamente si fa riferimento proprio alle intenzioni di Papa Francesco, che poi ha voluto l’apertura di una inchiesta in merito: “Buttare tutto per aria e distruggere il Vaticano non ha alcun senso. Il Papa sbaglia a gestire questo senza la gendarmeria. Il Papa vuole sapere ma poi? Chi paga? E soprattutto di nascosto chi paga? Avremo anche i soldi della fondazione ma buttarci ora in questa impresa con i giornalisti è pura pazzia. Il Papa ha avuto quello che volta ora basta fino al prossimo anno”, si conclude. Il contenuto insomma non è di poco conto, ma è tuttora in corso un’analisi per verificare la provenienza e se sia attendibile o meno.