EMANUELA ORLANDI, CONVOCATO NICOLA CAVALIERE
La pista del Lussemburgo torna d’attualità nel caso Emanuela Orlandi, perché la commissione parlamentare d’inchiesta ha deciso di convocare il super poliziotto Nicola Cavaliere, che si recò nel convento benedettino di Peppange dopo che emerse la possibilità che la ragazza si trovasse lì in “esilio”. Erano passati 10 anni e un mese dalla scomparsa: una fonte confidenziale dell’allora legale di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori gli raccontò che la prima era stata prima irretita, poi sedata e, quindi, condotta in un convento lussemburghese dove sarebbe diventata novizia.
Quella fonte fu ritenuta attendibile, quindi ci si recò in quel convento quasi al confine con la Francia. La fonte mise a disposizione anche delle foto in bianco e nero con una ragazza ritratta: era vestita di scuro, forse una tunica da suora, e i capelli raccolti. Sullo sfondo c’era quella che sembrava una chiesa e la presunta Emanuela Orlandi sedeva vicino a un organo, come se dovesse mettersi a suonare. A ricostruire la pista ora è il Corriere della Sera alla luce della nuova convocazione della commissione.
IL “BLITZ” IN LUSSEMBURGO E LE NUOVE DOMANDE
Pietro Orlandi a Fabrizio Peronaci del Corriere della Sera raccontò tempo fa che ci fu un collegamento per diversi aspetti: dalla passione della sorella per la musica alla somiglianza fisica, non solo per il fisico, ma anche per postura e corporatura. Dopo aver a lungo esaminato le foto, in ogni loro dettaglio, si convinsero che quella ragazza era proprio Emanuela Orlandi, quindi partirono per il Lussemburgo. Le speranze della famiglia vennero alimentate anche dalla serietà con cui trattarono la pista gli inquirenti guidati da Nicola Cavaliere.
Pietro Orlandi, infatti, raccontò dell’entusiasmo che traspariva dagli inquirenti, quindi organizzò il viaggio: acquistò tre biglietti, uno per sé e gli altri due per i suoi genitori, convinti che poi avrebbero acquistato sul posto quello per Emanuela Orlandi. Al blitz seguì una doccia gelata: quella ragazza non era Emanuela. La novizia sembrava più giovane, non c’era alcuna somiglianza.
Riavvolgendo il nastro, ci si chiede ora perché gli inquirenti fossero fiduciosi riguardo il ritrovamento a Peppange, visto che si esposero molto, in primis coinvolgendo i parenti. A tal proposito, Pietro Orlandi in un’intervista del 2012 all’inserto culturale del giornale della Cisl, Conquiste del lavoro, rivelò di aver sempre avuto il sospetto che Emanuela sia stata sostituita all’ultimo momento. Qualche elemento utile in tal senso potrebbe fornirlo Cavaliere, che sarà sentito giovedì 13 marzo dalla commissione parlamentare d’inchiesta.