“Il caso di Emanuela Orlandi è una vicenda italiana che merita verità e giustizia“. Prosegue senza sosta la battaglia di Pietro Orlandi, il fratello della ragazza sparita nel 1983. Ieri, ad esempio, era presente alla Camera per la proposta di una Commissione bicamerale di inchiesta sui casi della 15enne, ma anche di Mirella Gregori e Simonetta Cesaroni, altri due misteri italiani archiviati dalla magistratura. A proporla Pd, Azione e M5s al momento. Per Pietro Orlandi è ormai chiaro che la scomparsa di Emanuela non è la vicenda di una cittadina vaticana, “ma un grande buco nero della storia italiana in cui sono coinvolti Vaticano, banda della Magliana e i più importanti servizi segreti“. Ne parla a Quotidiano Nazionale, nella consapevolezza che si tratta del quarto tentativo di far partire una bicamerale.
Ma Pietro Orlandi fa il nome di Giancarlo Capaldo, il magistrato della procura di Roma che si è occupato delle indagini in un certo periodo. “Lui è disponibile ad essere sentito in una procura ma né il Vaticano né Roma lo chiama“. Invece alla Commissione parlamentare potrebbe finalmente raccontare tutto quello che sa. “Lui è stato protagonista anche di una trattativa con il Vaticano poi all’ultimo bloccata da qualcuno in alto Oltretevere“, ha ricordato Pietro Orlandi.
IL “TRIANGOLO” TRA GIOVANNI PAOLO II, BENEDETTO XVI E FRANCESCO
Anche Pietro Orlandi vorrebbe verbalizzare tutto quello che sa, ma non ha mai avuto alcun riscontro dal Vaticano e dalla procura di Roma. “Non vogliono ascoltarmi forse perché se dovessi verbalizzare farei i nomi di alcuni cardinali coinvolti e depositerei i messaggi WhatsApp dove si parla di operazioni compromettenti“, ha spiegato al Quotidiano Nazionale. Comunque, il fratello di Emanuela Orlandi si è fatto un’idea di cosa possa essere successo alla ragazza. Ritiene, infatti, che sia stata usata “per creare l’oggetto di un ricatto“. Eppure, il Vaticano tace nonostante le critiche. “Questo fa capire che loro sanno“, ha aggiunto Pietro Orlandi, convinto che Papa Francesco conosca la verità, come Benedetto XVI. “Io credo che la verità stia in quel grosso scatolone bianco consegnato da Ratzinger a Francesco in cui sono contenuti i risultati dell’indagine dei tre cardinali detective“. Uno dei motivi per i quali il Vaticano dovrebbe nascondere qualcosa sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, secondo il fratello Pietro, è Giovanni Paolo II. “Ho notato che la sua ombra fa paura a molti ed è come se non volessero sentire, come si si tappassero le orecchie di fronte all’ipotesi di una qualche sua anche minima responsabilità. Per la Chiesa è un santo e per milioni di persone nel mondo è un eroe“.