Ci sono “misteri” e “misteri”: quanto avvenuto oggi nell’ennesimo buco nell’acqua del caso Orlandi ancora non si sa dove poterlo collocare. Alcuni dicono sia un passo importante per capire che il Vaticano a suo tempo aveva avuto delle responsabilità nella sparizione di Emanuela e che quella stanza segreta sotto le tombe indicherebbe nuovi possibili “gialli” ancora da scoprire; altri invece spiegano che l’ennesimo atto mediatico di una storia drammatica e infinita rischia di “peggiorare” l’ostinazione di una famiglia da anni in ricerca di una verità plausibile e definitiva. Come giustamente scrive De Robertis su Quotidiano.net, «A causa dei suoi duemila e passa anni di storia, Roma conserva segreti molto più intricati e intriganti del perché due tombe di un vecchio cimitero monumentale siano vuote, chissà quante ce ne saranno in queste condizioni, fatto sta che ancora una volta la suggestione mediatica unita alla disperata quanto comprensibile pervicacia della famiglia Orlandi di conoscere la verità sulla sorte della loro congiunta ha prodotto l’ennesimo buco nell’acqua». Qui sotto trovate tutti i dettagli dei “misteri” legati all’ennesima svolta “flop” nel caso Orlandi: dalla stanza segreta fino alla lettera, passando per la collaborazione di una Santa Sede orientata questo sì per una verità che possa finalmente dar piena giustizia alla famiglia Orlandi. Il problema è che dopo questa sera i dubbio sono aumentati e i punti fermi da cui ripartire sono sempre meno, il che non aiuta né gli Orlandi né gli inquirenti di un caso ancora senza una vera conclusione. (aggi. di Niccolò Magnani)
VATICANO: “NESSUN MISTERO SU EMANUELA ORLANDI, OSSA PORTATE VIA”
Oggi sarebbe dovuta essere la giornata della svolta, ed invece si è rivelata quella di un nuovo giallo o, ancor meglio, della beffa. Le tombe che avrebbero dovuto fornire delle risposte, infatti, si sono rivelate vuote. Un fatto incredibile, come spiegato dallo stesso Pietro Orlandi, che per un istante ha provato sollievo ma ancora una volta è rimasto con gli stessi dubbi che si porta dietro da anni. Ad intervenire sul caso anche Monsignor Gianfranco Girotti, già reggente della Penitenzieria apostolica da sempre interessato al caso Orlandi e che in una intervista ad AdnKronos non si è mostrato affatto stupito dei risvolti: “Stiamo parlando di tombe degli anni passati, che appartengono ad alcune famiglie principesche che chiedevano di aver lì la sepoltura poi con il passare degli anni, come succede in molti altri cimiteri, vengono tolte e portate altrove e sul posto resta la storia commemorativa della famiglia”, ha commentato. Dunque, di fatto, a suo dire non ci sarebbe stato alcun nuovo mistero. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
IL LEGALE “UN QUALCOSA DI INCREDIBILE”
Doveva servire forse per fare un po’ di chiarezza, ma in realtà l’apertura delle due tombe nel cimitero teutonico, in merito al caso della scomparsa della 15enne Emanuela Orlandi, ha forse gettato nuove ombre. All’interno non vi era infatti nulla, nemmeno un frammento osseo che potesse far presagire che in passato qualcuno fosse stato sepolto: come lo si spiega? «Non ci sono sepolture e non ci sono ossa: le due tombe sono completamente vuote, è incredibile», le parole dell’avvocato della famiglia Orlandi, Laura Sgrò, come riportato da Il Messaggero: «Le operazioni si sono concluse – ha aggiunto al termine dell’apertura – una tomba è in fase di chiusura, per l’altra è stato disposto l’ordine che resti aperta ancora per qualche ora. L’unica certezza è che non ci sia nessun cadavere sepolto in nessuna delle due tombe. Siamo tutti quanti siamo rimasti meravigliati di questa cosa». Ennesimo buco nell’acqua in questa vicenda che va avanti ormai da 36 anni: spesso e volentieri la famiglia Orlandi ha pensato di essere vicina alla soluzione del giallo, ma ogni indizio, ogni soffiata e ogni dritta, si sono rivelati inconcludenti ai fini dell’indagine. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
EMANUELA ORLANDI, TOMBE VUOTE AL CIMITERO: PARLA IL FRATELLO
«Adesso non può finire così. Adesso voglio avere delle risposte, del perché nell’ultimo anno delle persone, ci hanno indirizzato in quel posto li» sono le comprensibili parole di Pietro Orlandi ancora a commento di quanto incredibilmente è successo nel Cimitero Teutonico in Vaticano questa mattina. «Io aspetto di poter verbalizzare, visto che non sono mai stato interrogato a fondo né dagli inquirenti italiani né da quelli vaticani sulla scomparsa di Emanuela», aggiunge il fratello Pietro uscendo dal Vaticano. «Al termine delle operazioni, teniamo a ribadire che la Santa Sede ha sempre mostrato attenzione e vicinanza alla sofferenza della Famiglia Orlandi e in particolare alla mamma di Emanuela» ha fatto sapere in una nota la Santa Sede, ringraziando le operazioni presso le tombe nel Camposanto Teutonico. Secondo il perito di parte, Giorgio Portera, presente stamane all’apertura “delle principesse”, a sorprendere non sono state solo le tombe vuote rinvenute ma anche una stanza in cemento armato sotto uno dei due feretri: «C’è una stanza con una struttura in cemento armato e abbastanza recente assolutamente non compatibile con una sepoltura dell’Ottocento: questo è un dato oggettivo. Pur essendo in un altro Stato mi sembra strano che non vi sia qualche documento che ci dica se lì c’era un corpo o se si trattava di una sepoltura in ricordo della principessa». (agg. di Niccolò Magnani)
TOMBE APERTE, MA SONO VUOTE: SORPRESA CHOC SUL CASO ORLANDI
La più amara sorpresa per la famiglia Orlandi non poteva che concretizzarsi in questi termini: le tombe delle due principesse nel Cimitero Teutonico in Vaticano sono state sì aperte ma purtroppo sono risultate completamente vuote. «Sono state aperte le due tombe. E’ stata aperta la prima, è stato scavato perchè c’era una lastra a terra, pensando di trovare la tomba, invece hanno scavato, hanno bucato, c’era una apertura, sono entrati perchè c’era una stanza di circa tre metri per quattro, era completamente vuota,non c’erano neanche le ossa della persona che doveva essere sepolta lì», spiega amarissimo Pietro Orlandi dopo che per settimane e mesi aveva atteso questo giorno con la speranza di una possibile svolta nel mistero lungo 36 anni; «Sono passati alla seconda tomba che era un sarcofago, hanno alzato il coperchio, doveva esserci la tomba della seconda principessa, e non c’era neanche quella. Quindi tutte e due le tombe non c’era traccia di nulla, non dico di Emanuela ma di nessuna delle due principesse che teoricamente dovevano essere sepolte lì». La conferma arriva poi dal Vaticano nel nome del direttore Gisotti, «Si sono concluse alle ore 11.15 le operazioni al Campo Santo Teutonico nell’ambito delle incombenze istruttorie del caso Orlandi. Le ricerche hanno dato esito negativo: non è stato trovato alcun reperto umano né urne funerarie». (agg. di Niccolò Magnani)
APERTE LE TOMBE, SVOLTA ATTESA?
È cominciata la lunga e complessa operazione di apertura delle due tombe nel Cimitero Teutonico in Vaticano per provare a risolvere ogni possibile dubbio rimasto sull’oscuro passato del caso Emanuela Orlandi: alle ore 8.15, dopo una preghiera davanti ai due sepolcri guidata dal Rettore del Collegio Teutonico, sono iniziate regolarmente le operazioni di recupero. «Al momento non è possibile prevedere i tempi di durata per concludere tali operazioni, che vedono impiegate una quindicina di persone», fa sapere il portavoce e direttore della Sala Stampa Vaticana Alessandro Gisotti. Presenti al momento storico anche Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, che ai cronisti commenta «È un cambiamento di rotta, una collaborazione che spero vada avanti». Ad occuparsi delle analisi sui resti sarà il professore di Medicina legale a Tor Vergata Giovanni Arcudi: fuori dalle mura del Vaticano numerosi cronisti da tutto il mondo cercando di immortalare un fatto storico come quello di una sepoltura scoperchiata per provare a seguire i presunti nuovi elementi della infinita inchiesta del caso Orlandi. (agg. di Niccolò Magnani)
“SUBITO LE PRIME RISPOSTE DAL VATICANO”
Era stato annunciato nei giorni scorsi: per la famiglia di Emanuela Orlandi domani potrebbe essere una giornata di svolta. Giovedì mattina, infatti, è prevista l’apertura di due tombe presso il Cimitero Teutonico all’interno delle mura vaticane. L’intento, stando a quanto disposto dal promotore di giustizia Vaticano, è quello di verificare se al loro interno possano esserci i resti della giovane 15enne scomparsa misteriosamente il 22 giugno 1983. La decisione si inserisce nell’ambito della nuova inchiesta sul caso e sin da subito potrebbero giungere le prime risposte. Secondo quanto riferisce Repubblica.it, infatti, da un primo esame sulle ossa contenute nelle tombe sarà possibile fare una datazione approssimativa che potrà dire se quei resti possono o meno essere collegati al caso Orlandi. Giovanni Arcudi, professore di Medicina legale a Tor Vergata è stato incaricato dalla magistratura vaticana a compiere tutti gli accertamenti richiesti. E’ lo stesso a spiegare: “Da questa prima analisi delle ossa possiamo proporre una datazione, certamente approssimativa, ma per i periodi che a noi servono, di 50, 100, 200 anni, la possiamo fare. Possiamo distinguere se è un osso di 10 anni o che è stato lì 50 anni o 150 anni. Possiamo fare già la diagnosi di sesso, se le strutture ossee risulteranno tutte ben conservate. Potremmo anche arrivare ad escludere che i resti scheletrici appartengano a persone diverse rispetto a quelle due che sono state sepolte lì”.
EMANUELA ORLANDI, APERTURA TOMBE IN VATICANO
Saranno due le tombe oggetto di analisi nell’ambito degli accertamenti sul caso di Emanuela Orlandi. Nello specifico si tratta della “Tomba dell’Angelo” in cui fu sepolta la principessa Sophie von Hohenlohe, deceduta nel 1836 e quella attigua che ospita i resti della principessa Carlotta Federica di Mecklemburgo, morta nel 1840. Oltre al personale del Centro operativo di sicurezza della Gendarmeria, saranno presenti sul posto al momento dell’inizio delle operazioni anche i familiari della stessa Emanuela Orlandi, con il proprio legale e perito. L’esame morfologico sarà immediato ma anche in caso di risposte negative sarà comunque eseguito il test del Dna. A tal proposito ha spiegato il medico legale: “verrà fatto in ogni caso, per raggiungere delle certezze e per escludere in maniera definitiva che nelle due tombe ci sia qualche reperto attribuibile alla povera Emanuela Orlandi”. Ovviamente in merito a questo secondo accertamento i tempi variano in base allo stato di conservazione degli stessi resti. “Possono essere necessari 20 giorni, 30 o anche 60 perché talvolta bisogna ripetere l’esame”, ha spiegato ancora Arcudi. Questo perchè, ha chiarito ancora, per una identificazione certa occorre estrarre non solo il Dna mitocondriale ma anche quello nucleare che tuttavia è soggetto a importanti variazioni a causa degli eventi atmosferici, rendendo dunque più complesso il lavoro.