Il caso di Emanuela Orlandi è tornato ad accendersi e si discute ancora della cosiddetta pista della Banda della Magliana. In passato, infatti, si è creduto che potesse essere stata quest’ultima a rapire la Vatican Girl dopo alcune dichiarazioni della compagna del boss Enrico De Pedis. La teoria, tuttavia, non ha mai trovato conferme. A parlarne, in una intervista a Quotidiano Nazionale, è stato l’ex magistrato Otello Lupacchini, che seguì il caso.



“Io ho interrogato tutti coloro che erano ancora in vita (dopo la nascita della pista, ndr), persone che avevano interesse ad accreditarsi come collaboratori per usufruire dei benefici, dovevano dire qualcosa di verificabile per cui uscì fuori tutta una serie di dichiarazioni su Pecorelli, o Andreotti o Vitalone, o sui movimenti eversivi. Ma nessuno ha mai adombrato alla vicenda di Emanuela Orlandi”, ha ricordato. Non è mai stato dunque trovato un reale collegamento tra i casi.



Emanuela Orlandi e la pista della Magliana: parla Otello Lupacchini

Oltre alla compagna di Enrico De Pedis, anche un pentito della Banda della Magliana, Antonio Mancini, sostenne, in un’intervista, il coinvolgimento di quest’ultima nella sparizione di Emanuela Orlandi. Le sue dichiarazioni sembrarono confermate anche da Maurizio Abbatino, altro pentito che svelò i rapporti tra il gruppo e alcuni membri del Vaticano. “Abbatino nel delineare le ragioni dello scontro insanabile tra l’ala ortodossa e quella testaccina indica due fatti, l’attentato a Rosone e l’omicidio Balducci dicendo che in questo modo i testaccini avevano operato per conto di Cosa nostra rompendo le regole che nascevano dal patto di collaborazione del cartello”, ha ricordato ancora Otello Lupacchini.



Per un collegamento concreto con il caso della Vatican Girl, tuttavia, ci vuole molto di più. “Nessuno ha accennato alla vicenda di Emanuela Orlandi come motivo di conflitto, se così fosse stato, la partecipazione sarebbe stata una vicenda dirompente al pari dell’attentato a Rosone. A questo punto non posso affermare che l’ala testaccina o lo stesso De Pedis che tra l’altro agiva d’autonomia abbiano preso parte in qualche modo al sequestro ma il campo della possibilità è poco più avanzato di quello dell’ignoranza”, ha ribadito.