L’indagine della commissione parlamentare sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori si allarga grazie alle scoperte fatte dalla procura di Roma in quella per il furto della bara di Katy Skerl. A rivelare questi nuovi sviluppi è Fabrizio Peronaci sul Corriere della Sera, spiegando che ci sono nuovi testimoni e indizi che non erano stati acquisiti prima.



Parla di “riscontri inquietanti” e di elementi che hanno spinto la settimana scorsa l’Ufficio di presidenza della commissione d’inchiesta a inserire il giallo di Katy Skerl in calendario, infatti è prevista una seduta il 24 ottobre. Questa svolta confermerebbe gli intrecci tra le varie vicende, infatti la convocazione dell’avvocato Paola Chiovelli, legale della cugina di Katy, è stata rinviata: sarà ascoltata tra qualche settimana, perché prima si vogliono effettuare altri approfondimenti.



KATY SKERL “COMPLICE” DI MARCO ACCETTI?

Tra le novità emerse c’è un legame tra Katy Skerl e Marco Accetti, l’uomo che si è autoaccusato di aver rapito le ragazze scomparse: si conoscevano e l’allora 17enne lo avrebbe accompagnato per Roma per trovare minori a cui proponeva provini e film. A tal proposito, c’è la testimonianza di un uomo, che all’epoca aveva 11 anni: si tratta di un poliziotto che riconobbe la ragazza vicino ad Accetti, che in quella circostanza gli propose un servizio fotografico. Ci si chiede allora se sapesse qualcosa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori e se sia stata uccisa per questo.



A spiegare il possibile coinvolgimento di Katy Skerl anche altri elementi: ad esempio, una delle sue compagne di classe era la figlia del bulgaro accusato di essere tra i mandanti dell’attentato a Papa Wojtyla, inoltre la ragazza era nipote di una testimone diretta del rapimento di Aldo Moro.

GLI “INPUT” DI ACCETTI

Forse solo coincidenze, ma il giornalista ricorda anche che 11 anni fa, poco prima che Accetti si autodenunciasse in procura, arrivarono a un’amica di Emanuela Orlandi e alla sorella di Mirella Gregori due plichi con due lettere identiche con dei messaggi probabilmente in codice e possibili rimandi proprio al caso Skerl. Peraltro, le buste contenevano una ciocca di capelli mai confrontati col Dna dei parenti della ragazza perché senza bulbo.

Quando nel 2015 il giallo di Katy Skerl rischiava di finire nel dimenticatoio, ci fu una svolta: Accetti rivelò che era stata rubata la bara al Verano. Sette anni dopo si scoprì che la bara effettivamente non c’era. Nell’agosto 2022 ci fu un grande incendio a Cinecittà: ad andare a fuoco fu il set del film “Habemus papam” di Nanni Moretti e probabilmente con esso la camicetta della ragazza che, secondo Accetti, era nascosta lì.

LE DONNE DEI MESSAGGI DI ACCETTI

Il caso Skerl, però, è confluito in quello di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori soprattutto quando si è riusciti a identificare una donna che registrò uno dei messaggi inviati da Accetti per rivendicare il doppio sequestro e chiedere lo scambio con l’attentatore del Papa. Secondo Peronaci, andrebbero verificate le posizioni di altre due donne, una avrebbe scritto le lettere a Roma, l’altra le avrebbe mandate da Boston. Infine, cita i misteri del Verano, dove è comparsa una scritta con un rimando al decreto sui collaboratori di giustizia nei casi di sequestri di persona che venne approvato negli anni ’90. Il giornalista si chiede, quindi, se la bara di Katy Skerl non sia stata rubata, ma solo spostata…

LA COMMISSIONE CONVOCHERÀ MARCO ACCETTI

Altre novità, comunque, potrebbero emergere con la convocazione di Accetti. Roberto Morassut del Pd, che è vicepresidente della commissione parlamentare d’inchiesta, ha confermato che l’uomo verrà ascoltato, ma non anticipa date, visto che “il lavoro è intenso“. C’è, quindi, l’intenzione di ascoltarlo, perché bisogna scandagliare attentamente il suo ruolo e verificare le sue rivendicazioni. “Davanti a un organismo inquirente, non potrà più giocare. Vediamo. Non so dire quando. Ma lo ascolteremo“, ha assicurato Morassut.