Via libera all’unanimità della Camera alla proposta di legge che istituisce la Commissione parlamentare bicamerale d’inchiesta sui casi relativi alle scomparse di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. Il testo, che ha ottenuto 245 sì, passa ora al Senato. In Aula sono stati rivolti applausi alle famiglie delle due cittadine vaticane sparite a Roma nel 1983. I familiari erano in tribuna, a seguire le votazioni. In particolare, Pietro Orlandi ha dichiarato al Fatto Quotidiano che “la giustizia non può avere colore politico” e sottolineato di aver “percepito un cambiamento“. Del resto, la vicenda della sorella riguarda tutti. “Tutti hanno percepito che c’è qualcosa dietro alla scomparsa di mia sorella“. Durante la discussione in Aula c’è stato anche un riferimento alla famosa trattativa col Vaticano intrapresa dal magistrato Giancarlo Capaldo, a capo dell’inchiesta prima che gli fosse tolta da Giuseppe Pignatone, che archiviò tutto, e lo stesso ora è a capo del tribunale vaticano.



Forse questa commissione potrà fare anche qualcosa in più della stessa Procura. Spero arrivi presto l’okay anche dal Senato per procedere in tempi brevi“. Il fatto che le sedute della Commissione su Emanuela Orlandi saranno pubbliche rinfranca il fratello Pietro. “Ad esempio, se Capaldo verrà interrogato, non potrà più essere ignorato dal Vaticano, non potranno più stare in silenzio“. Ciò che però ritiene grave è che quando Capaldo è stato ascoltato in Procura, due anni fa, “fece i nomi delle persone presenti alla trattativa“. Ad esempio, Domenico Giani e Costanzo Alessandrini, che all’epoca erano a capo della gendarmeria Vaticana, ma parlò anche del magistrato Simona Maisto. “Il mio avvocato Laura Sgrò ha chiesto di incontrare magistrati per convocare la Maisto ma fu ignorata, nessuna risposta. La Maisto è morta quattro mesi fa e non potrà più testimoniare“.



EMANUELA ORLANDI, IL FRATELLO: “PADRE GEORG SPEDITO IN COSTA RICA…”

Anche il Vaticano ha aperto un’inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. A tal proposito, il fratello Pietro al Fatto Quotidiano ha spiegato che la fiducia sta sfumando. Infatti, ha fatto notare che a due mesi dall’apertura non sono stati convocati e sono ben due anni che attendono di essere ascoltati dal tribunale Vaticano, “perché abbiamo degli elementi importanti“. Inoltre, si aspettava la convocazione di Padre Georg, braccio destro di Ratzinger che nel 2011 gli parlò dell’esistenza di un dossier con la verità su Emanuela Orlandi, ma Papa Francesco ha annunciato di volerlo mandare in Costa Rica. “Spero lo ascolteranno prima che parta. Che senso ha aprire un’inchiesta e inviare i testimoni dall’altra parte del Mondo?“. Pietro Orlandi parla di “movimenti strani“, ricordando ad esempio quando nel 1997 Papa Giovanni Paolo II mandò Marcinkus in Arizona appena emerse la pista interna al Vaticano. A prescindere dall’esito della Commissione d’inchiesta, “le istituzioni ci hanno dimostrato affetto, è bello sentirsi appoggiati dallo stato italiano, mi sono commosso“. Al Fatto ha parlato anche Maria Antonietta Gregori, sorella di Mirella, scomparsa pochi giorni prima di Emanuela Orlandi. “Sono contenta e spero stavolta si possa fare luce su Mirella, aspetto fiduciosa il voto al Senato“. I due casi sono sempre state accostati perché ci sono elementi comuni: sono emersi intrecci con personaggi che sembrano protagonisti di entrambe le vicende, tutti legati al Vaticano. “Spero la mia fiducia sia meritata, 40 sono anni tanti ma se vogliono davvero, con i mezzi di oggi possono arrivare alla verità“, ha concluso Maria Antonietta Gregori.

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