Il caso di Emanuela Orlandi è uno dei gialli più intricati e nebulosi della storia italiana. Ancora oggi non si conosce la sorte della cittadina vaticana scomparsa a Roma il 22 giugno 1983, all’età di 15 anni, e la famiglia non smette di chiedere chiarezza e giustizia. Lo fa incessantemente, da 40 anni, il fratello, Pietro Orlandi, convinto che “il Vaticano fa di tutto per coprire la verità” e che tutte le piste finora approdate sul tavolo – dalla banda della Magliana alla pedofilia – presentino elementi di interesse tali da renderle percorribili a caccia della soluzione sulla sparizione di Emanuela Orlandi.
Durante un intervento a DiMartedì, programma di Giovanni Floris su La7, Pietro Orlandi, il suo legale Laura Sgrò e il giornalista Andrea Purgatori sono tornati sui tanti misteri intorno al caso di Emanuela Orlandi e l’avvocato ha fatto un annuncio: “Ci è giunta voce che la commissione parlamentare d’inchiesta, che sarà bicamerale, è stata già calendarizzata alla Camera per marzo“. Un punto fondamentale, secondo il fratello di Emanuela Orlandi, con cui si potrebbe accedere a punti finora inesplorati della vicenda anzitutto attraverso la ricerca di una audiocassetta in cui sarebbe impressa una voce che il Sismi, all’epoca, avrebbe attribuito con buona probabilità alla giovane scomparsa. Alla trasmissione di Floris, Pietro Orlandi ha ricordato inoltre il contenuto di un colloquio con papa Francesco, che avrebbe espresso una frase ancora oggi senza approfondimenti.
Scomparsa di Emanuela Orlandi, il fratello: “Il papa mi ha detto ‘Sta in cielo’, mi si è gelato il sangue”
Il fratello di Emanuela Orlandi, Pietro, ha raccontato di aver parlato una sola volta con Bergoglio: “Ne ho approfittato con mia mamma, perché lui doveva dire una messa nella parrocchia di Sant’Anna, la parrocchia di Emanuela nel Vaticano. Quindi siamo andati lì con la speranza di incontrarlo, i primi due papi avevano mantenuto un’omertà totale, io ho sperato in questo terzo papa. E lui ci ha detto solo questa frase, prima a mia madre e poi a me, ‘Emanuela sta in cielo‘. In quel momento mi si è gelato il sangue, un papa che dice che Emanuela è morta… Però ho pensato che forse volesse collaborare (…) L’ho visto come un segnale come a dire ‘andiamo avanti’. Invece non è stato così perché il muro si è alzato più di prima, ho fatto tantissime richieste di un incontro e non c’è stata mai più la possibilità di incontrarlo”.
Secondo quanto raccontato dal fratello di Emanuela Orlandi a DiMartedì, ci sarebbe un punto utile a inquadrare il clima di silenzi e reticenze che insisterebbero nel cuore del Vaticano in merito alla scomparsa della sorella: “Il cardinale Parolin mi ha detto ‘scordatelo’ di incontrarlo, perché lui (papa Francesco, ndr) non ha proprio intenzione. Mi ha detto ‘c’è proprio una chiusura da parte sua su questa storia“. Secondo Pietro Orlandi non ci sono dubbi: “Il Vaticano da 40 anni fa di tutto per evitare che possa uscire qualunque tipo di verità“.