Pietro Orlandi, fratello di Emanuela Orlandi, la quindicenne scomparsa nel 1983, si è detto sorpreso dalla riapertura del caso da parte del Vaticano: “Io e la mia famiglia non ne sapevamo assolutamente nulla, abbiamo appreso dagli organi di informazione, naturalmente siamo contenti”, ha commentato al quotidiano La Nazione. La speranza è che finalmente possa essere scoperto ciò che è accaduto quel 22 giugno di quarant’anni fa. “La verità c’è, sta da qualche parte e molte persone la conoscono”.
In molte occasioni, però, in passato c’è stata la sensazione di essere vicini ad andare a fondo della questione, senza mai vedere dei risultati. “Vorrei andarci un po’ coi piedi di piombo perché tante volte sono stato illuso e poi disilluso”, ha ammesso. “Però è un fatto rilevante che sia proprio il promotore di giustizia vaticano, Alessandro Diddi, ad avere riaperto le indagini. Tante volte l’ho criticato con forza proprio perché mi sentivo inascoltato, si rifiutava di convocarmi nonostante la mia insistenza. Adesso prendo questa iniziativa come una cosa positiva”, ha sottolineato.
Emanuela Orlandi, fratello Pietro: “Verità c’è”. La riapertura del caso
Pietro Orlandi ha le idee chiare su ciò che potrebbe avere influito sulla riapertura del caso della scomparsa di Emanuela Orlandi. “Sicuramente la possibilità di una collaborazione tra lo stato italiano e lo stato vaticano, visto che prima di Natale era stata fatta una proposta da più forze politiche per aprire una inchiesta parlamentare bicamerale”. Ma non solo. “La serie di Netflix, Vatican Girl, ha fatto conoscere la storia in tutto il mondo. Ho ricevuto telefonate da tanti Paesi. Tutti si chiedono se possa esserci stato un coinvolgimento del Vaticano. È diventata una questione internazionale”.
Il fratello della quindicenne scomparsa, da parte sua, non è stato ancora convocato per esprimere la sua posizione sul caso. “Io vorrei essere ascoltato quanto prima per i tanti elementi che sono emersi negli anni più recenti”, ha ammesso. Uno in particolare. “Ci sono messaggi Whatsapp del 2014 fra due persone molto vicine a Papa Francesco, che parlano di documenti su Emanuela. Vorrei parlarne se mi daranno la possibilità di metterle a verbale”, ha concluso.