Nuove indagini su Emanuela Orlandi: la notizia della riapertura del caso in Vaticano, 40 anni dopo la scomparsa della 15enne, scatena nuove domande ed è caccia al motivo: perché proprio adesso? L’interrogativo è centrale e si fa strada tra le storie che questa sera saranno trattate a Chi l’ha visto?, trasmissione di Rai 3 che dedica alla vicenda un capitolo alla luce dei recenti sviluppi. Poche ore fa, il fratello di Emanuela Orlandi, Pietro Orlandi, ha commentato quanto sta accadendo con un post sui social in cui sottolinea la sua battaglia per la verità e per un’indagine che, afferma, “se fatta veramente con la volontà e l’onestà di fare chiarezza una volta per tutte, e dare finalmente giustizia ad Emanuela, potrebbe durare pochissimo“.



L’inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, avvenuta a Roma il 22 giugno 1983, sarebbe stata recentemente disposta dal promotore di giustizia Alessandro Diddi e dalla Gendarmeria. Al vaglio degli inquirenti vaticani, secondo quanto appreso dal programma di Federica Sciarelli, nuove piste e vecchie indicazioni all’epoca non approfondite del tutto, “nel solco della ricerca della verità e della trasparenza voluta da Papa Francesco“. Allo stesso Pontefice si è rivolto, pochi giorni fa, Ali Agca, attentatore di Giovanni Paolo II che, ai microfoni di Andrea Purgatori per Atlantide, in una ennesima declinazione delle sue molteplici versioni sulla sparizione di Emanuela Orlandi, ha dichiarato che soltanto il Vaticano, se vuole, “può chiudere il caso“.



Il caso di Emanuela Orlandi torna a Chi l’ha visto? con la riapertura dell’inchiesta

Perché  il Vaticano apre un’inchiesta sul caso di Emanuela Orlandi, e perché adesso? Sono questi alcuni dei punti interrogativi che la trasmissione Chi l’ha visto? avanza a margine della notizia della riapertura del caso per la giustizia vaticana. A quasi quaranta anni dalla scomparsa della 15enne, nuove indagini punterebbero a una rivalutazione di tutti i fascicoli, le segnalazioni, le informative e le testimonianze sul giallo.

Vecchie e nuove piste sarebbero centrali in questa fase, mentre la famiglia continua a percorrere la via della sua difficile battaglia per la verità. Il fratello della giovane scomparsa, Pietro Orlandi, non ha mai smesso di chiedere che sia fatta luce sulla sparizione e sulla sorte della 15enne di cui si persero le tracce in un pomeriggio di giugno del 1983. Oggi, dopo i recenti sviluppi e nella costante speranza che arrivi la vera svolta, rilancia il suo appello: “L’apertura di un’inchiesta in Vaticano sul rapimento di Emanuela, dopo 40 anni, se fatta veramente con la volontà e l’onestà di fare chiarezza una volta per tutte e dare finalmente giustizia ad Emanuela, potrebbe durare pochissimo. Non sarebbe necessario fare lunghissime indagini perché la Verità già la conoscono, basta raccontarla. Altrimenti spero mi convochino prima possibile per poter verbalizzare“. In queste ore, l’avvocato della famiglia Orlandi, Laura Sgrò, si è recata in Vaticano per depositare un’istanza per incontrare quanto prima il promotore di giustizia Diddi e capire quale via si intenderà percorrere con il fascicolo aperto sul caso.