Emanuela Orlandi è stata portata a Londra e lì trattenuta fino al 1993? Per Ilario Martella, il giudice istruttore del tribunale di Roma nella fase iniziale della scomparsa della 15enne e di quella di Mirella Gregori, si tratta di una “barbarie mediatica in cui è incorso anche Pietro Orlandi“. Ne ha parlato ai microfoni di Stanze Vaticane, su Tgcom24, bocciando una delle ultime piste rilanciate dal fratello della cittadina vaticana di cui non si hanno più notizie dal giugno del 1983.
“Non c’è un documento“, precisa Martella, secondo cui se una persona rapita è trattenuta in un luogo per un certo periodo di tempo, allora il caso è risolto. Basterebbe, infatti, andare sul posto e verificare se ci sono, ad esempio, testimoni.
“Io ritengo che si tratti di una cosa del tutto inventata, tra l’altro supportata da pessima documentazione, per quanto mi risulta, con errori grammaticali, anche per quanto riguarda gli indirizzi“. La bocciatura dell’ex giudice istruttore capitolino è netta: ritiene che quella pista vada scartata “nella maniera più assoluta“.
LA PISTA DEL DEPISTAGGIO DELLA STASI
Per poter capire le vicende di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, secondo Ilario Martelli, bisogna partire dall’attentato al Papa, di cui all’epoca si è occupato proprio lui. Infatti, le sue indagini portarono all’arresto di Antonov, che “non era una persona qualsiasi“. Infatti, segnala che “in Italia figurava come addetto alle linee aeree bulgare“, d’altra parte lui e altri due personaggi costituivano “un punto di riferimento per quanto riguarda un’attività di spionaggio“.
Quando Antonov è stato arrestato, c’è stata “una reazione violentissima della Bulgaria“, ma “gli elementi che Agca contestava ad Antonov erano tali appunto da giustificare il convincimento che Antonov potesse essere uno di coloro che avevano con Agca attentato alla vita del Papa“.
Pertanto, l’ipotesi è che Emanuela Orlandi e Mirella Gregori siano state rapite per portare avanti un’azione di depistaggio: “Antonov rischiava di essere condannato e questo avrebbe determinato la condanna anche di chi gli stava dietro“. Quindi, quelle due scomparse avrebbero “distratto l’opinione pubblica dal caso Antonov“, perché andava convinta che le due ragazze “fossero due ostaggi da utilizzare unicamente in funzione della liberazione di Agca“.
LE MINACCE AL GIUDICE ISTRUTTORE ILARIO MARTELLA
Nell’intervista a Tgcom24 Ilario Martella riferisce di essere stato minacciato, ma minacce sono state rivolte anche a sua figlia e a sua nipote, che all’epoca aveva solo due anni. L’ex giudice istruttore spiega che venivano riportati i nomi anagrafici per intero, che conoscevano solo loro. Ciò è un particolare che lo ha colpito e lo ha spinto a ritenere che “operatori, come potevano essere quelli della banda della Magliana, di bassa manovalanza non sarebbero mai arrivati a tanto“.
L’obiettivo era ottenere la liberazione di Antonov e, quindi, secondo Martella, fu messa in atto una strategia di depistaggi. Agca, dal canto suo, avrebbe creduto inizialmente che lo avrebbero liberato, poi ha ritrattato tutto. Alla fine, i bulgari sono stati assolti per insufficienza di prove.
Riguardo le sorti di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, è convinto che siano state uccise. “Soprattutto per i familiari che attendono un ritorno di persone scomparse, è molto triste doverlo affermare, ma è chiaro che non può essere diversamente“. Non furono rapimenti a scopo di estorsione, ma rapimenti per distrarre l’opinione pubblica.
“VATICANO ESTRANEO AL RAPIMENTO DI EMANUELA ORLANDI”
In tutti questi anni, però, sono emerse diverse piste: tutte sono state prese in considerazione dalla procura di Roma, ma non hanno portato a nulla. “Ora è inutile stare a riprendere ciò che è stato oggetto di anni di indagini da parte della procura“, afferma Ilario Martella a Tgcom24 (qui video completo dell’intervista). Per il magistrato ha pesato il fatto che i documenti più importanti per comprendere la vicenda sono stati acquisiti dopo la caduta del Muro di Berlino con delle rogatorie, e sono comunque parziali.
Nel frattempo, c’è una commissione parlamentare d’inchiesta che sta indagando sulle scomparse di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, oltre alla procura di Roma e al Vaticano. A tal proposito, l’auspicio di Ilario Martella è che la stessa commissione “non sia vittima della manovra, diciamo, depistaggio posti in essere a suo tempo dalla Stasi, ma vedo che è ben intenzionata“.
Per quanto riguarda il Vaticano, lo ritiene “estraneo completamente alla vicenda, anzi ne è una vittima come lo stessa le stesse famiglie Orlandi e Gregori“. Pur essendo consapevole di potersi sbagliare con la sua tesi, sottolinea che si basa su “documenti importantissimi“, che parlano chiaro. “Due potenze, da una parte la Bulgaria, col ministro di interni Stoyanov, e dall’altra il capo della Stasi, Mirki, si mettono d’accordo e dicono che bisogna porre in essere delle misure per distrarla dalla casa Antonov. Ma mi sa dire lei quali sono queste misure? Indubbiamente si va ad imbattere in queste situazioni di cui ho parlato“, conclude il magistrato.