Il mistero di Emanuela Orlandi e la paura incessante che nulla cambi rispetto ai 40 anni di silenzio sulla scomparsa denunciati a più riprese dal fratello Pietro. Questo il tema al centro della nuova puntata di Chi l’ha visto?, in onda oggi, 19 aprile, su Rai 3. Federica Sciarelli ospita la sorella di Emanuela Orlandi, Natalina, pochi mesi dopo l‘apertura dell’inchiesta vaticana in mano al promotore di giustizia della Santa Sede, Alessandro Diddi, fresco di un incontro di oltre 8 ore con lo stesso Pietro Orlandi per raccogliere quanto a sua conoscenza sul caso.



La speranza della famiglia è che si arrivi alla verità nonostante tutto il tempo trascorso e le piste, dalla banda della Magliana alla pedofilia, che si sono succedute intorno al giallo dal 22 giugno 1983 ad oggi. Pietro Orlandi non ha nascosto il timore che anche stavolta tutto si areni nell’ennesimo buco nell’acqua, ma si è detto finalmente fiducioso in un reale cambiamento di sensibilità e approccio alle indagini da parte dello Stato del Vaticano. Il rapimento di Emanuela Orlandi e l’ipotesi che sia stata trasferita a Londra dopo il sequestro – circostanza che troverebbe riscontro in un documento di 5 pagine trovato dal giornalista Emiliano Fittipaldi e contenente un presunto resoconto di spese sostenute per la gestione della 15enne dopo quello che viene indicato come “allontanamento domiciliare” – sono tra i temi chiave del recente confronto tra il fratello e Diddi. Quest’ultimo avrebbe esplicitamente parlato di “una ferma volontà di Papa Francesco” nell’accertare i fatti, senza fare sconti a nessuno e senza alcuna riserva o limitazione all’indagine, a qualunque livello si insinuino eventuali responsabilità dietro la sparizione di Emanuela Orlandi.



La sorella di Emanuela Orlandi a Chi l’ha visto? dopo l’apertura dell’inchiesta vaticana

La sorella di Emanuela Orlandi interviene a Chi l’ha visto? pochi mesi dopo l’apertura dell’inchiesta in Vaticano sul giallo della 15enne scomparsa a Roma nel 1983. È una fase molto delicata, quella attuale, in cui tutto potrebbe cambiare nel segno di una volontà della Santa Sede di fare chiarezza fino in fondo, come lo stesso Pietro Orlandi ha sottolineato a margine del recente incontro avuto in Vaticano con il promotore di giustizia, Alessandro Diddi, a cui è affidato il compito di indagare sul mistero.



Il fratello di Emanuela Orlandi ha potuto così verbalizzare, per la prima volta in 40 anni di appelli inascoltati, quanto ha raccolto in decenni di ricerche sulla sorella scomparsa, e si è detto fiducioso in una possibile svolta. Ma la nuova evoluzione degli eventi registrata pochi giorni dopo sembra imprimere l’ombra di un’altra battuta d’arresto nel cammino verso la verità. Secondo quanto riportato dal fratello di Emanuela Orlandi in un post sui social, anche in questa inchiesta si insinuerebbe lo spettro del silenzio dopo la strumentalizzazione delle sue dichiarazioni sull’audio relativo a Wojtyla: “Dopo le parole apparentemente confortanti del promotore Diddi  – dichiara Orlandi –, ‘Scaveremo a fondo in ogni direzione anche le più gravi senza sconti a nessuno’, mi ero illuso e dissi ‘Nel 2023 non possono esistere persone intoccabili’… Invece esistono, eccome esistono. E mi illusi anche quando dissi ‘Non c’è più quella sudditanza psicologica nei confronti del Vaticano, né giornalisti asserviti al loro potere’. Purtroppo mi sbagliavo di grosso, basta dare un’occhiata a quotidiani online o cartacei (…)“.