Come da programma, la redazione di Chi l’ha visto nella serata di oggi ha trasmesso l’audio inedito registrato – secondo la versione ufficiale – dal presunto ‘Americano’ che fece sentire la voce di Emanuela Orlandi ai suoi familiari poco dopo la scomparsa. “Dovrei fare il terzo liceo st’altr’anno, scientifico (..) saranno sedici a gennaio“, ripete a nastro la voce nel brevissimo audio, poco prima di dire anche “in un paesino sperduto, per Santa Marinella. Mi verranno ad accompagnà st’altr’anno.. in un paesino sperduto per Santa Marinella“.



Poche, pochissime, frasi che sono state dette – l’hanno chiarito gli inquirenti – da Emanuela Orlandi e che a Chi l’ha visto sono state commentate dal fratello Pietro, che partendo dal riferimento a Santa Marinella ricorda che “ci colpì questa cosa perché lei andava spesso a Santa Marinella che avevamo una casa lì. Questa telefonata era la prima, poi hanno messo giù e hanno richiamato e quella è la telefonata che conosciamo tutti”. Ciò che Pietro non riesce a capire è perché “se hai un audio completo devi farlo sentire così tutto a spezzoni” e ipotizza che quelle frasi potrebbero essere state registrate dal falso rappresentate Avon che – spiega il fratello di Emanuela Orlandi – “un ruolo ce l’ha avuto in questa vicenda”. (agg di LD)



Novità nel caso di Emanuela Orlandi? L’audio inedito a Chi l’ha visto

Un audio inedito e mai trasmesso prima, parte della misteriosa telefonata che sarebbe arrivata a casa di Emanuela Orlandi il 5 luglio 1983, è al centro della nuova puntata di Chi l’ha visto?. La trasmissione lo farà sentire al pubblico proponendo un pesante interrogativo: “Era lei?“. Sui social, l’attenzione degli utenti si è concentrata su questo contenuto e il fratello della cittadina vaticana scomparsa il 22 giugno di quell’anno, Pietro Orlandi, ha precisato che si tratta della registrazione della prima chiamata ricevuta dai familiari della 15enne.



In quella occasione, un uomo dall’accento straniero, il cosiddetto “Americano” fece sentire la voce di una ragazza e ancora oggi su quel materiale insistono ombre insolute. Il programma di Federica Sciarelli torna sul giallo più inquietante della cronaca italiana con una serie di spunti potenzialmente utili alla ricerca della verità proprio quando, dall’altra parte del mare, l’ex terrorista turco Ali Agca rilancia una delle sue tante versioni sulla sparizione di Emanuela Orlandi: “Rapita dal Vaticano, riportatela a casa“.

Emanuela Orlandi, le dichiarazioni di Agca 41 anni dopo la scomparsa

Ali Agca, l’ex membro dei “Lupi grigi” che attentò alla vita di Papa Giovanni Paolo II nel 1981, sparandogli in piazza San Pietro, è tornato recentemente sulla scomparsa di Emanuela Orlandi a 41 anni dall’inizio del giallo. La sua voce si è fatta sentire più volte nel corso dei decenni trascorsi dal rapimento della 15enne, sparita misteriosamente poche settimane dopo la coetanea Mirella Gregori nel cuore della Capitale.

In un videomessaggio di 6 minuti confezionato qualche settimana fa, l’ex terrorista turco ha dichiarato quanto segue: “Il Vaticano ha rapito Emanuela Orlandi, è una cosa allucinante ma è l’unica verità. Da 41 anni la tengono in un Paese cattolico con la protezione di un governo cattolico. Hanno detto al padre che l’avrebbero riportata dopo pochi mesi, dopo che io sarei stato liberato, il piano non è andato come pensavano loro, Dio ne aveva uno suo, impenetrabile e incomprensibile. Emanuela Orlandi, se non è morta per cause naturali, sta benissimo sotto la protezione di un governo. Ha una nuova carta d’identità, non è più Emanuela Orlandi (…). Io chiedo a Papa Francesco di intervenire. la verità vi renderà liberi (…). Liberatela, viva o morta, consegnatela alla sua famiglia“.

La replica di Pietro Orlandi alle dichiarazioni dell’attentatore di Wojtyla

Pietro Orlandi ha sempre mostrato apertura davanti a tutti i possibili scenari dietro la scomparsa della sorella, e su quanto affermato da Ali Agca nel corso degli anni è intervenuto più volte ribadendo la necessità di riscontri. “Prove” mai arrivate, come sottolineato dal fratello di Emanuela Orlandi, nonostante l’asserita conoscenza di una verità finora mai accertata: “Se ha elementi concreti e riscontrabili sul rapimento di mia sorella, li fornisca“.

Pietro Orlandi ha ripetuto anche via Facebook, nel gruppo dedicato al caso, di essere pronto ad ascoltare tutti ma di aver bisogno di una prova concreta per credere all’una o all’altra pista nel ventaglio delle tante ipotesi dietro il sequestro della 15enne. “Sono sempre stato disposto ad ascoltare tutti nel corso di questi 41 anni – ha dichiarato parlando di Agca -. Lui ha più volte cambiato versione dei fatti, ha sempre detto che avrebbe procurato delle prove, dei documenti. Ma non ha mai portato uno straccio di prova. Serve un riscontro sulle sue dichiarazioni, io aspetto solo questo“.