Marco Sarnataro fece parte del commando che, per conto della Banda della Magliana, rapì Emanuela Orlandi dal messo pontificio il 22 giugno 1983. Lo rivelò il padre Salvatore, con diversi precedenti penali alle spalle, alla squadra mobile. I poliziotti infatti lo sentirono come testimone dopo aver ascoltato due amici della 15enne rapita che avevano riconosciuto in Marco Sarnataro l’uomo che seguiva da tempo in modo ossessivo la giovane, salvo poi sparire dopo il sequestro della stessa. Lo rivela Repubblica, spiegando che ciò emerge dall’interrogatorio del padre. Marco Sarnataro, morto nel 2007 all’età di 46 anni, venne ripagato da Enrico De Pedis, il boss della Magliana, dopo il rapimento, con una Suzuki 1100.



Quel verbale, inedito, risale al 2008, all’inchiesta della procura di Roma, archiviata secondo i familiari di Emanuela Orlandi troppo frettolosamente visto che stava dando i suoi frutti. Padre e figlio erano a Regina Coeli quando ci fu la confessione: «Durante l’ora d’aria mi confessò di aver partecipato al sequestro dell’Orlandi nei termini seguenti: mi disse che per diversi giorni, sia lui che “Ciletto” (Angelo Cassani, ndr) e “Giggetto” (Gianfranco Cerboni, ndr), pedinarono Orlandi per le vie di Roma su ordine di Renato De Pedis, da loro chiamato il “Presidente”».



EMANUELA ORLANDI, IL VERBALE SUL RAPIMENTO…

Salvatore Sarnataro ha raccontato che il figlio gli disse di aver pedinato Emanuela Orlandi per alcuni giorni, poi ebbe l’ordine di rapirla da Enrico De Pedis. «Marco mi riferì che l’avevano fatta salire su una Bmw berlina a piazza Risorgimento ad una fermata dell’autobus. La ragazza salì sulla macchina senza problemi. Almeno questo mi raccontò Marco. Mio figlio mi disse che erano stati sempre loro a prelevare la ragazzina non mi specificò se erano tutti e tre». Di sicuro, ha dichiarato Salvatore Sarnataro, c’erano il figlio e uno tra “Giggetto” e “Ciletto”, ma non ha escluso che potessero esserci tutti e tre. «Perché Marco usò l’espressione “l’abbiamo presa”».



Emanuela Orlandi sarebbe stata portata al laghetto dell’Eur, dove c’era ad aspettarli l’autista e uomo di fiducia di Enrico De Pedis. Fu quest’ultimo, Sergio, a prendere in consegna la ragazza e l’autovettura. «Venni a sapere poi che mio figlio, per questa cortesia, ebbe in regalo una moto Suzuki 1100. Non mi ricordo se Marco mi disse chi (materialmente, ndr) gli avesse dato la moto, se Raffaele Pernasetti (esponente di spicco della Bande della Magliana, ndr), oppure un’altra persona». Come riportato da Repubblica, Salvatore Sarnataro raccontò alla squadra mobile di non sapere perché il figlio decise di parlargli del suo ruolo nel rapimento di Emanuela Orlandi: «Io compresi subito che stava passando un periodo di grande paura».