Nelle stesse ore in cui sono in corso le audizioni dei familiari di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori in Commissione parlamentare d’inchiesta, una nuova consulenza fonica riaccende i riflettori sulla figura di Marco Accetti, il controverso personaggio autoaccusatosi della scomparsa delle due 15enni – poi prosciolto e liquidato dagli inquirenti come mitomane – e già condannato per l’omicidio del piccolo José Garramon. È quanto riporta Fabrizio Peronaci sul Corriere della Sera, secondo cui l’analisi sarebbe stata chiesta dall’avvocato dello stesso Accetti, Giancarlo Germani, e affidata al consulente tecnico Marco Arcuri.



Si tratta di un lavoro che tra poche ore dovrebbe essere depositato alla Procura di Roma e che avrebbe portato a evidenziare che la voce del misterioso “Americano“, il telefonista mai identificato che chiamò varie volte dopo la sparizione delle ragazze nel 1983 (alle famiglie di entrambe e persino al Vaticano), corrisponderebbe proprio a quella di Marco Accetti. Il grado di compatibilità tra le voci, rilevato dall’esperto, sarebbe dell’86%, un livello “altissimo e significativo” secondo quanto descrive lo stesso al quotidiano. Ma non è tutto: sempre stando alla consulenza, la voce sarebbe la stessa del sedicente “Mario” che telefonò a casa della famiglia Orlandi a fine giugno, 5 giorni dopo la sparizione della cittadina vaticana.



Il consulente: “Livello altissimo di compatibilità dalla comparazione delle voci”

Il consulente incaricato dalla difesa di Marco Accetti ha spiegato al Corriere che la comparazione tra i file audio ha portato a un risultato di compatibilità media dell’86% tra la voce dello stesso Accetti e quella dei misteriosi telefonisti dei casi Orlandi e Gregori. Il lavoro si è basato sull’analisi della pronuncia delle frasi contenute nelle telefonate di rivendicazione dei rapimenti: fatte pronunciare ad Accetti in sede di consulenza, per avere un confronto, avrebbero portato a cristallizzare l’elevata corrispondenza.



Si tratta di un risultato, spiega ancora Peronaci sul Corsera, al quale era già arrivato Marco Perino, perito fonico forense che fornisce consulenze tecniche in materia e che fu chiamato nell’ambito della serie Netflix Vatican Girl. Il legale di Accetti sostiene che il suo assistito non sia un mitomane e che la sua volontà sia quella di dimostrare, con prove già note e altre nuove, di aver avuto un ruolo nel rapimento. “Sarebbe davvero un curioso caso di mitomania – ha concluso Germani –, visto che ha aspettato 30 anni per parlare. Ciò che racconta va verificato e toccherà alla magistratura chiarire le responsabilità“. Intorno alla figura del suo cliente insistono da sempre ombre e interrogativi, anzitutto quello sul motivo per cui avrebbe dovuto autoaccusarsi di gravissimi delitti dopo tre decenni di silenzio. La sua risposta, sintetizza Il Corriere, è che avrebbe deciso di uscire allo scoperto sui gialli di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori soltanto dopo l’elezione di Papa Francesco perché convinto che avrebbe portato a una grande rivoluzione in seno alla Santa Sede. Secondo alcuni, l’intervento di Accetti nella vicenda rappresenterebbe l’ennesimo depistaggio di matrice ancora indecifrabile.