Emanuela Orlandi e Mirella Gregori scomparse 40 anni fa, due cold case incagliati nelle sabbie mobili tra inerzia e silenzi delle istituzioni e del Vaticano. Nonostante l’intervenuta apertura di un’indagine della Santa Sede nei mesi scorsi, e i propositi di una collaborazione con le autorità italiane per arrivare alla verità sul mistero, i lavori per la commissione parlamentare d’inchiesta sono fermi al punto di partenza complice l’ennesimo rinvio registrato nelle scorse ore dopo l’esame in Senato. La decisione e l’eventuale voto degli emendamenti presentati, relativi alla durata della Commissione, riporta Adnkronos, è slittato di una settimana.
La notizia arriva quando sono trascorsi 40 anni esatti dalla sparizione di Emanuela Orlandi, sparita il 22 giugno 1983 nella Capitale poche settimane dopo la scomparsa di Mirella Gregori, avvenuta il 7 maggio dello stesso anno. Le tracce delle due giovani, secondo un recente dossier, si sarebbero perse in un periodo e in un’area ad “altissima concentrazione” di scomparse di ragazze di età media intorno ai 15 anni e sono moltissime le ombre irrisolte che rendono i casi di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori due enigmi ancora senza soluzione.
Emanuela Orlandi e Mirella Gregori: la ricerca della verità da 40 anni nelle sabbie mobili, la rabbia di Pietro Orlandi
I gialli di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori vanno avanti da 40 anni e le famiglie non si sono mai arrese all’assenza di una verità cercata con tutte le forze da genitori e fratelli. Proprio poche ore fa, il fratello di Emanuela, Pietro Orlandi, ha commentato così il nuovo rinvio sulla commissione parlamentare d’inchiesta: “L’imbarazzante situazione al Senato prosegue. Oggi dovevano, come detto in precedente post, votare gli emandamenti. È stato chiesto un rinvio di due settimane, alcuni senatori si sono opposti e alla fine il presidente ha deciso un rinvio di una settimana. Evidentemente il dictat del Vaticano il 6 giugno, nell’audizione di Diddi (promotore di giustizia vaticano, ndr) al Senato, ha avuto il suo effetto. Preferisco non aggiungere commenti“.
Tra una settimana, se non ci saranno altri colpi di scena, dovrebbe quindi decidersi il futuro della Commissione e l’eventuale voto degli emendamenti sulla durata dei lavori. “Una parte della maggioranza, FdI e FI, ha chiesto un ulteriore rinvio che è inspiegabile e sconcertante – ha dichiarato il senatore Pd Dario Parrini a margine dello slittamento, parlando di un pessimo segnale della destra in costanza del 40° anniversario della scomparsa -. La nostra posizione è di fortissima preoccupazione e perplessità per questo ulteriore rinvio“. L’esponente dem, vicepresidente della I Commissione del Senato, ha sottolineato la preoccupazione per un’ipotesi non esclusa: un nuovo possibile rinvio dopo quello delle scorse ore. “Per la destra sarà una prova della verità – ha concluso Parrini –: o sono dalla parte della ricerca della giustizia su un caso scottante o sono da un’altra parte. Dovranno metterci la faccia, di sicuro non si può andare avanti con le manfrine“.