La pista della Magliana sulla scomparsa di Emanuela Orlandi
Il 23 giugno 1983 Emanuela Orlandi sparisce nel nulla, era l’ultimo giorno di scuola e da quel momento non si è più saputo nulla sulla giovane 15enne. Alcuni amici, dopo la scomparsa, avevano detto di essere stati inseguiti da alcune persone dopo la scuola, li notarono e permetterono di stilare degli identikit che portano a Marco Sarnataro. Il padre di quest’ultimo confermò la storia tre volte nel 2008, “di Orlandi non so nulla, ma mio figlio è coinvolto in quella vicenda, pedinai io stesso Emanuela Orlandi qualche giorno prima della scomparsa. Mi disse che la pedinarono per alcuni giorni su ordine di De Pedis”.
“Mio figlio mi disse che dopo alcuni giorni ebbero l’ordine di rapirla da parte di Enrico De Pedis. Lei salì sulla macchina senza problemi e senza violenza”, racconta ancora il padre di Sarnataro parlando della scomparsa di Emanuela Orlandi. “C’era Marco e uno fra Gigetto e Ciletto, ma magari anche tutti e tre. La ragazza fu presa in consegna da Sergio [Virtù, l’autista di De Pedis, ndr.]” che tuttavia negò ogni coinvolgimento nella questione. L’indagine è stata archiviata, nonostante lo stesso Virtù in un messaggio, citando Emanuela Orlandi, aveva detto di “averlo fatto per soldi” e di non pentirsi di nulla. Ciletto e Gigetto erano cavalli, galoppini che eseguono ordini, Renato era il presidente. Ma perché lei non scappò o urlò? Tutto sembra ruotare attorno ad un lavoro per una nota compagnia cosmetica.
Cosa è successo ad Emanuela Orlandi
Secondo quanto supposto, infatti, Emanuela Orlandi venne avvicinata da un uomo che le propose un lavoro per la compagnia cosmetica. La stessa per cui lavoravano anche Gigetto e Ciletto, racconta ancora il padre di Sarnataro. Ciletto, intervistato anni fa da Chi l’ha visto, aveva detto di non c’entrare nulla, ma che non sapeva se la Banda della Magliana c’entrasse qualcosa.
“Per quel che mi riguarda sono stato il primo a dire che la Magliana aveva degli interessi” in Emanuela Orlandi, racconta oggi Antonio Mancini, pentito del gruppo criminale a Chi l’ha visto. “Non facevamo rapimenti. Se era per soldi si sarebbe potuto anche fare, ma se fosse stato per un favore non l’avremmo fatto. Non perché eravamo puri ma perché non avevamo interessi”, spiega Mancini parlando del rapimento di Emanuela Orlandi. “De Pedis aveva quegli interessi, non il gruppo Magliana”, ribadisce il pentito, “perché De Pedis era vicino al Vaticano”. Ma di quello che sia veramente successo ad Emanuela Orlandi, a 40 anni di distanza non si sa ancora nulla, mentre il Vaticano ha detto di aver riaperto l’indagine.