Sono passati quasi 40 anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi: era il 22 giugno del 1983 e da quella data, della ragazza, non si è saputo più nulla. La famiglia in queste quasi quattro decadi non ha mai perso le speranza di ritrovarla, o per lo meno, di conoscere quanto è successo, ed è convinta che la vicenda delle tombe al cimitero teutonico non è del tutto chiusa. A spiegarlo è stata Laura Sgrò, il legale della famiglia Orlandi, che parlando a Cusano Italia Tv ha confessato: “La storia delle tombe al cimitero teutonico del Vaticano per noi non è ancora chiusa dopo aver fatto analizzare a spese della famiglia Orlandi tutte le ossa trovate nell’ossario delle due tombe risultate vuote. Tra quelle ossa non c’è traccia di Emanuela ma non sono nemmeno ossa molto datate come dicevano in Vaticano, alcune risalgono al 1950”.



Vari i dubbi sulle tombe, a cominciare dal fatto che quella dell’angelo era vuota, e non vi erano le nobili riportate sulle lapidi: “Sono risultate molto pulite entrambe le tombe – ha proseguito Laura Sgrò – nonostante a noi continuino ad arrivarci segnalazioni, anonime e non, di quella posizione, cioè che Emanuela fu sepolta lì nella tomba dell’angelo. Sotto quelle tombe c’è pure una stanza completamente vuota: perché fu costruita se non c’è niente? Ho chiesto le planimetrie ma non mi sono state date”. L’avvocato racconta di inoltre numerose persone che sono venute nel suo studio fornendo indizi e indicazioni, per poi aggiungere “ma non dica che ve l’ho detto”.



EMANUELA ORLANDI, IL LEGALE: “CHI VUOLE DARCI UNA MANO CI METTA LA FACCIA”

Il legale della famiglia Orlandi lancia quindi un appello: “Chi ci vuole dare una mano deve avere il coraggio di farlo fino in fondo mettendoci nome, cognome e faccia. Ma alla luce di tutte queste segnalazioni le dico che quella tomba non è stata indicata per caso. E proprio per questo, stiamo continuando a verificare quello che ci dicono molti testimoni, quindi ribadisco; per noi la vicenda del cimitero teutonico non è chiusa”.

Un appello anche a Papa Francesco: “Mi auguro che presto ci dica qualcosa e visto che è un pontefice di grande accoglienza, deve convocare presto Pietro Orlandi che sta chiedendo da tempo di essere ricevuto. La collaborazione annunciata e sbandierata dal Vaticano, per me non c’è stata e non c’è”. La scomparsa di Emanuela Orlandi resta uno “dei più grossi buchi neri della nostra storia, senza dimenticare che Emanuela Orlandi rimane l’unica cittadina vaticana svanita nel nulla”. La convinzione della famiglia è che la ragazza sia stata vittima di un ricatto: “Un ricatto che ha coinvolto personaggi apicali della Chiesa e che su tutto questo ci ha fatto una fortuna e a oggi senza dubbio ci sono ancora persone che si avvantaggiano di questa storia”.