EMANUELA SETTI CARRARO, SECONDA MOGLIE DEL GENERALE DALLA CHIESA

Chi è stata Emanuela Setti Carraro, la seconda moglie di Carlo Alberto dalla Chiesa e morta assieme a lui nel brutale attentato del settembre 1982? Questa sera, nella fascia prime time di Canale 5 (l’appuntamento è a partire dalle ore 21.20), andrà in onda la fiction televisiva in due puntate “Il Generale dalla Chiesa” per ricordare la figura di uno dei tanti servitori dello Stato uccisi da Cosa Nostra e quando proprio il prossimo 3 settembre cadrà il 41esimo anniversario della sua scomparsa. Per questo motivo le reti Mediaset ripropongono questa produzione del 2007, diretta dal compianto Giorgio Capitani, e che vede nel cast Giancarlo Giannini interpretare dalla Chiesa, mentre Stefania Sandrelli veste i panni della prima moglie, Dora Fabbo, e Stefania Cavallin quelli della seconda consorte che morirà con lui nell’agguato di Via Carini.



Nata in Piemonte proprio come il futuro marito (lei era tuttavia originaria di Borgosesia, classe 1950) da cui la separavano ben trent’anni di età, Emanuela Setti Carraro oggi è ricordata non solo per la sua instancabile attività di infermiera nella Croce Rossa Italiana ma anche per essere stata la seconda moglie di Carlo Alberto dalla Chiesa: il loro matrimonio tuttavia durò appena 54 giorni dato che i due vennero barbaramente uccisi nel centro di Palermo dopo che solo nell’estate del 1982 avevano deciso di convolare a nozze. Proveniente da una famiglia benestante e borghese di Milano, probabilmente la carriera e la vita di Emanuela furono influenzate da quelle dei genitori (ufficiale volontario il padre, ispettrice del Corpo delle infermiere volontarie durante il secondo conflitto mondiale la madre). Seguendo l’esempio della mamma, la Setti Carraro si diplomò come infermiera e prestando servizio in diversi istituti milanesi e caserme.



LE NOZZE NONOSTANTE 30 ANNI DI DIFFERENZA: POI DOPO 54 GIORNI…

Di lei, tuttavia si conosce molto di più a proposito della vita privata dopo l’incontro col Generale dalla Chiesa: questi, rimasto vedovo dal 1978: i due si conobbero in quel di Genova durante una sfilata degli Alpini; pare che alcune ragazze lanciassero dei fiori dal palco e tra queste c’era la futura signora dalla Chiesa che, rimasta con l’ultimo garofano in mano, lo sistemò nella divisa del militare anziché buttarlo. Da qui iniziò la loro breve ma intensa storia d’amore, tra titubanze per la differenza di età ma anche la convinzione di voler vivere assieme tanto che fu proprio la determinazione della donna a portarli a sposarsi peraltro in un periodo particolarmente difficile per Carlo Alberto, mandato in Sicilia con l’incarico di nuovo prefetto dopo una lunga carriera nell’Arma. Lei gli rimarrà al suo fianco fino alla morte, uccisi dalle raffiche di Kalashnikov esplose da una BMW mentre viaggiavano sulla A112 guidata da Emanuela quella sera.



I loro corpi furono rinvenuti crivellati di proiettili e col Generale che, in un estremo gesto, l’aveva abbracciata per provare a proteggerla dai loro attentatori. La morte di Emanuela Setti Carraro destò molto sdegno: nonostante non fosse la prima vittima della Mafia, segnalò all’opinione pubblica quello un cambio di strategia da parte dell’organizzazione criminale che aveva abbandonato la regola d’onore di non toccare le donne. Molti sostengono che lei sapesse della presenza di alcune carte che il Generale custodiva in merito alla lotta a Cosa Nostra, tenute segrete e da aprire se gli fosse successo qualcosa. “Emanuela era dolce e davvero bella, ma anche molto caparbia e determinata” è il ricordo di Paolo Setti Carraro, suo fratello, all’AdnKronos. E sull’ultima volta che l’aveva sentita: “Era una sera, in maniera velocissima (…) Allora non c’erano i telefonini…”. E prosegue: “Lei amava molto Palermo, era entusiasta di questa città, della Sicilia tutta (…)Aveva un bellissimo rapporto, di affetto, con tutto il personale della Prefettura, ad esempio. Si sentiva coccolata e protetta da tutti” è il suo ricordo dolceamaro.