Il 3 settembre 1982 si verificò la strage di via Carini a Palermo, l’attentato al generale Carlo Alberto Dalla Chiesa: a morire sotto i colpi della mafia anche la moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente di scorta Domenico Russo. Ricordiamo chi erano le due vittime innocenti (oltre al generale), a cominciare dalla consorte del prefetto di Palermo, che all’epoca dell’attentato aveva solo 32 anni.



Era infatti nata il 9 ottobre del 1950 in quel di Borgosesia, in provincia di Vercelli. Emanuela Setti Carraro era la seconda moglie del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, e i due si erano sposati meno di due mesi prima il terribile attentato in cui persero la vita, precisamente il 10 luglio dello stesso anno.

EMANUELA SETTI CARRARO E DOMENICO RUSSO VITTIME DELL’ATTENTATO

Erano a bordo dell’Autobianchi A112 che stava percorrendo le via di Palermo, scortata da una vettura guidata dal carabiniere Domenico Russo, quando sono stati avvicinati da due uomini a bordo di una BMW che li hanno uccisi dopo una serie di colpi di mitra. Emanuela Setti Carraro, figlia di un padre imprenditore nel commercio della lana, ex ufficiale, nonché di una madre infermiera volontaria durante la seconda guerra mondiale, decise di seguire le orme della mamma, diplomandosi appunto come infermiera.



Lavorò a Milano nel breve periodo in cui restò in vita ed è probabilmente proprio nel capoluogo lombardo che ha conosciuto il generale Alberto Dalla Chiesa, che nel 1978 aveva perso la precedente moglie. Fra i due vi erano ben 30 anni di differenza, ma alla fine decisero di sposarsi in Trentino, in una forma privata. Durante l’attentato del 3 settembre era proprio lei alla guida dell’A112 e all’arrivo dei soccorsi, il suo corpo fu ritrovato abbracciato dal marito, forse in un tentativo disperato di proteggerla.

DOMENICO RUSSO: L’AGENTE MORÌ 12 GIORNI DOPO L’ATTENTATO

Domenico Russo aveva la stessa età di Emanuela Setti Carraro quando morì, 32 anni. Nato il 27 dicembre del 1950, a differenza dei due coniugi, che perirono il giorno dell’attentato, il militare fu ferito gravemente in via Carini per poi morire 12 giorni dopo, il 15 settembre, presso l’ospedale dio Palermo. In servizio all’epoca dei fatti presso la prefettura di Palermo, venne assegnato alla scorta del generale Alberto Dalla Chiesa: la vettura su cui viaggiava venne affiancata da una moto Honda con a bordo due persone e da cui partì una mitragliata che lo ferì in maniera gravissima.



Una volta arrivati i soccorsi sul posto dell’attentato trovarono Domenico Russo in condizioni disperate: i medici fecero di tutto per salvarlo ma poco più di dieci giorni dopo furono costretti ad alzare bandiera bianca. Dopo l’omicidio a Domenico Russo venne assegnata la medaglia al valore, e tre comuni hanno deciso di dedicargli una via per il suo impegno: Santa Maria Capua Vetere, San Tammaro e Palermo.