Si parla di bullismo stamane negli studi di Uno Mattina e ospite vi era Emanuele Blandamura, pugile classe 1979 che fu proprio un ex bullo. Ad un certo punto ha utilizzato la sua energia per diventare uno sportivo, diventando un campione europeo e oggi è un porta valori. “Il termine bullo oggi è molto in voga – racconta il pugile – io ero una persona fragile e facilmente manipolabile, cerchi di rispecchiarti in un gruppo, in un gregge e per far parte del gruppo devi sottostare alle regole. Il bullo è una persona fragile che non riesce a comunicare ciò che ha dentro. La prima cosa che fa è entrare in un gregge e qui ci sono le trappole che fanno succedere disastri e casini. Nel mio caso ho avuto la fortuna di incontrare il pugilato, le persone giuste e soprattutto le esperienze, che sono poi quelle che ti formano. Io ero un bullo, ma in realtà ero una persona fragile che non riusciva a comunicare in maniera funzionale”.



Leonardo Mendolicchio, psichiatra, è stato ospite anch’egli negli studi di Uno Mattina e a proposito del bullismo ha raccontato, confermando di fatto le perole di Emanuele Blandamura: “La violenza è sempre una risposta alla fragilità per cui quando si parla di bullismo non ci si può fermare solo a vittima e carnefice ma guardare il contesto, e poi c’è sempre il gruppo che può fare la differenza nel bullizzato e nel bullo. Bisogna dotare i ragazzi di una sensibilità di modo che possono gestire la loro fragilità non in modo aggressivo ma costruttivo”.



EMANUELE BLANDAMURA, PUGILE EX BULLO: “LA BOXE È LA METAFORA DELLA VITA”

Emanuele Blandamura ha girato insieme a Bianca Guacciero un cortometraggio sulla sua vita e il bullismo: “Si chiama la schivata, che nel pugilato serve per non prenderle ma nella vita serve per schivare i problemi, i colpi ma che può diventare anche un’opportunità di crescita”.

Mendolicchio ha ripreso la parola: “Le responsabilità di chi sono? Basta guardare una partita di periferia di calcio dove i genitori insultano gli avversari. I figli imparano dai genitori tramite l’esempio”. Di nuovo Blandamura, che ha concluso dicendo: “Il pugilato è la metafora della vita, la vita è una continua messa alla prova, l’importante non è arrivare a 100 ma come ci si arriva e farcela vuol dire prendersi le responsabilità senza incolpare nessuno, tramite le proprie qualità: tutte noi le abbiamo, basta cercarle”.