Emanuele Filiberto di Savoia, l’acquisto delle società di calcio e il ‘caso di avvelenamento’
Emanuele Filiberto di Savoia, attraverso la rivista Chi, ha rilasciato una lunga intervista parlando delle sue nuove attività in ambito calcistico. Di recente è salito alla ribalta per le accuse di avvelenamento nei confronti del Real Aversa nel match dei play-out perso a Ragusa per sei reti a zero. Questo uno stralcio delle parole rilasciate nell’intervista: “In albergo avevano un menu solo per loro, dalla pasta al riso, alla carne. Non certo ostriche e champagne! Stranamente solo i giocatori si sono sentiti male e nessun altro. Non se ne può parlare molto perché c’è un indagine in corso. ma io ho fiducia nella procura di Ragusa. La verità verrà fuori”.
Emanuele Filiberto ha raccontato come è iniziata la sua avventura sportiva che ha visto l’acquisto di due società campane: Savoia e Real Aversa. “Ho creato una società che si chiama Casa Reale Holding, in cui ho tre soci: Nazario Matachione, Marcello Pica e Alfonso Santillo. Lo scorso anno abbiamo acquisito il Savoia Calcio, che è tra le più antiche squadre del Sud Italia, milita in Eccellenza.” ha ammesso.
Emanuele Filiberto di Savoia: “Ecco perché mi sono allontanato dalla TV”
Emanuele Filiberto ha poi sottolineato la gioia di lavorare in questo ambiente: “Mi emoziona vedere i giovani crescere in un ambiente un po’ più protetto di quello che altrimenti potrebbero frequentare. Conto di poter prendere 200, anche 300 giovani perchè ho in mente di realizzare diverse altre accademie”. Emanuele Filiberto negli ultimi tempi non si vede più in TV.
Il perché di questa scelta: “Quando sono rientrato dall’esilio volevo farmi conoscere perché vedevo che non c’era corrispondenza tra ciò che raccontavano i giornali e ciò che sono. La televisione è bella, senti l’affetto del pubblico che ti segue, è gratificante, ma anche pericolosa. Ho partecipato a programmi di successo e ho lavorato con persone eccezionali come Maria De Filippi e Milly Carlucci. Ma la mia strada non era quella di fare il presentatore. C’è un momento per tutto e poi ho superato i 50 anni e bisogna lasciare la tv a chi la sa fare. Ora ho altre motivazioni e altri progetti“.