Si è aperto stamattina a Pisa il processo davanti alla corte di assise per la morte di Emanuele Scieri, il parà di leva trovato morto nel 1999 nella caserma Gamerra. A lungo è stata considerata un suicidio, ma ora si parla di omicidio volontario aggravato. Questa l’accusa di cui devono rispondere due ex caporali, Alessandro Panella e Luigi Zabara. Il primo non era in aula, il secondo invece era presente, ma ha ottenuto che fotografie e riprese video fossero vietate ai media. Non erano presenti le parti civili, cioè la mamma Isabella Guarino e il fratello del 26enne, Francesco, che si sono battuti per arrivare al processo per la morte di Emanuele Scieri. La pista seguita dalla Procura è quella del nonnismo, che trova conferma nel lavoro svolto dalla commissione d’inchiesta parlamentare, istituita nel 2016 e conclusa a dicembre dell’anno dopo.
È emerso che nella caserma “avvenivano gravi atti di violenza, non riconducibili a semplice goliardia”. Ma l’udienza preliminare di oggi è servita a sciogliere alcune questioni preliminari di natura tecnico-giuridica, come la richiesta dell’Avvocatura di Stato, nel processo a nome del ministero della Difesa come parte civile e responsabile civile, di essere esclusa da quest’ultimo aspetto. Ma la corte ha respinto tale richiesta e fissato il calendario delle udienze: la prossima è fissata il 7 maggio.
PERCHÉ L’ACCUSA È DI OMICIDIO VOLONTARIO
Per l’accusa, la sera del 13 agosto 1999 gli imputati hanno fatto spogliare Emanuele Scieri e lo hanno picchiato. Poi lo hanno obbligato a salire sulla torre di asciugatura, facendo pressione sulle nocche delle dita con i loro scarponi. Per questo il parà sarebbe caduto a terra, mentre i caporali si sono dati alla fuga. Per i periti della famiglia Scieri, il giovane è morto dopo qualche ora di agonia, quindi un soccorso immediato avrebbe potuto salvarlo. Questo è l’elemento alla base dell’accusa di omicidio volontario, visto che il preterintenzionale si è prescritto nell’agosto 2017.
Al termine dell’udienza l’avvocato Ivan Albo, legale di parte civile per la famiglia Scieri, ha annunciato di aver depositato l’atto di impugnazione, sotto il profilo civile, per l’assoluzione di Andrea Antico, inoltrato anche alla procura “che ne terrà conto nel suo ricorso che presenterà nei prossimi giorni”. Inoltre, come riportato da La Stampa, è stata presentata una corposa lista di 140 testi. Saranno centinaia i testimoni che sfileranno in aula, tenendo conto anche di quelli indicati dal pm Sisto Restuccia e degli altri difensori.