Udienza clou nel processo sulla morte di Emanuele Scieri, che si tiene dopo che la procura di Pisa ha riaperto il caso in seguito ai risultati del lavoro della Commissione parlamentare d’inchiesta. Per l’accusa gli ex commilitoni Alessandro Panella, Luigi Zabara e Andrea Antico (quest’ultimo assolto in abbreviato con l’ex generale Celentano e l’ex maggiore Romondia), costrinsero il parà a salire sulla torretta di asciugatura dei paracaduti, alla caserma Gamerra di Pisa, facendolo cadere per le botte e poi abbandonandolo lì, senza soccorrerlo. Era la notte tra il 13 e 14 agosto di 23 anni fa e l’ex caporale Alessandro Meucci era di piantone. La sua testimonianza si è rivelata importante come del resto si aspettava la procura nel processo che vede alla sbarra Panella e Zabara, accusato dell’omicidio volontario di Emanuele Scieri.
“Quella notte vidi gli ex commilitoni Alessandro Panella, Luigi Zabara e Andrea Antico sudati, agitati. Il primo disse ‘l’abbiamo fatta grossa’ e mi minacciò di morte“, le parole riportate da La Nazione. Nelle quattro ore dedicate alla deposizione dell’ex caporale sul nonnismo in caserma e la morte di Emanuele Scieri, emerge che Alessandro Meucci si sarebbe avvicinato loro per chiedere se fosse tutto a posto. “Fatti i c…i tuoi sennò ti ammazzo“, la risposta che avrebbe ricevuto. Questo il cuore della lunga audizione davanti alla Corte d’assise, dove si è partiti ricostruendo tutti gli atti subiti.
MEUCCI “DOPO MORTE SCIERI ERO TERRORIZZATO…”
Col passare delle ore e l’incalzare delle domande, i ricordi si sono fatti faticosi per Alessandro Meucci. “Ho un vuoto di memoria“, ha dichiarato ad un certo punto. Lui stesso, che nel 1999 era ripiegatore di paracadute nella terza compagnia e fu trasferito a Pisa da Sora, è stato vittima di vessazioni: “Chi arrivava dalla fanteria era considerato inferiore, l’accoglienza era pessima. Venivo bullizzato“. Ad esempio, veniva preso a pugni, costretto a fare flessioni e a respirare sostanze chimico, oltre a restare sveglio di notte, come evidenziato da La Nazione. Ma non ha neppure pensato a denunciare: “Ti prendevano di mira. C’era una sorta di mafia, erano tutti d’accordo. Più mi vedevano debole più esageravano“. Nel 2018 dichiarò di aver sentito dire a Luigi Zabara a uno tra Alessandro Panella e Andrea Antico: “Stavolta hai esagerato“. A tal proposito, Meucci ha spiegato in aula di aver avuto paura dopo il ritrovamento del cadavere di Emanuele Scieri. “Ho passato un periodo difficile, nel quale ho pensato anche a farmi del male. Ero terrorizzato. Avevo paura che succedesse anche a me“. Decise per questo di partire per il nord con la fidanzata. “Me ne andai via il 19 agosto. Disertai per 4-5 giorni. Mi confidai con la mia ragazza che si rivolse ai carabinieri. Poi, per evitare conseguenze penali, previste per chi è in servizio e non rientra, tornai. E mi recai dai carabinieri“. Ma non rivelò di avere dettagli sulla fine di Scieri. “Ero concentrato su quanto avevo passato“.
PASCARELLA “CARRIERA ROVINATA DOPO MIE PAROLE”
L’altro testimone chiave sentito nel processo per la morte di Emanuele Scieri è Antonio Pascarella, oggi detenuto per altro motivo. All’epoca era un militare di carriera, “rovinata in seguito alle mie dichiarazioni, fui trasferito all’Aquila senza un motivo“. La notta della scomparsa del parà, Pascarella uscì dalla caserma e rientrò tardi, anche se era di servizio vigilanza di compagnia. “Andai in bagno e sentii parlare da altre camerate dove stavano mitari di leva“, riporta La Nazione. Alla procura militare nel 2020 disse che erano Alessandro Panella, Luigi Zabara e Andrea Antico, ma in aula ora fa marcia indietro. Sul fatto che fossero loro a parlare in camerata, “cosa insolita“, potrebbe essere stata una sua “deduzione“, in quanto era buio. Fu ascoltato perché aveva inviato uno scritto alla Commissione parlamentare d’inchiesta. “Ripensai alle parole sentite in mensa nei giorni prima del ritrovamento del corpo, si diceva che a Scieri fosse successo qualcosa di brutto e ricollegai, volevo denunciare gli atti di nonnismo“. In aula ha confermato le vessazioni subite da Alessandro Meucci: “Su di lui si accanivano Panella, forse Antico e Zabara. Facevano una sorta di selezione, colpendo i più fragili. Dopo Scieri aveva paura che gli capitasse qualcosa di male, voleva scappare“.