Anche l’Italia e molti altri paesi dell’Unione Europea hanno intenzione di rinunciare al gas russo ricercando altri partner: l’Italia è intenzionata a convertire i Paesi dell’Africa questo “nobile” fine. Sì “nobile” , almeno per Cingolani che lo considera un dovere etico. L’Italia intera lo considera già un salasso. Eppure il gas russo non è stato ancora eliminato, na solo l’idea di un embargo fa salire i prezzi a dismisura e butta giù le borse, non quelle di Mosca, ma quelle di wall street e quelle di Piazza affari.



Nel documento economia e finanza il governo ha progettato un taglio del cordone ombelicale con mosca che vale il 18% per il 2022 e per il 15% nel 2023. Dunque l’idea di scollegarci completamente dalle forniture di Mosca acquista già il sapore di una propaganda. L’idea alla base però è la stessa: ridurre il pagamento per le forniture di gas, così da limitare i finanziamenti per il Cremlino che sarebbero stati utilizzati per finanziare la guerra in Ucraina.



Embargo del gas: Pil, disoccupazione e costo del gas

Come ha detto anche Milena Gabanelli su la Dataroom del Corriere, il risultato sarebbe una vera e propria catastrofe. Se le stime del PIL per il 2022 erano infatti state riviste al ribasso ben 2 volte dal 6,3% al 2,2%, con l’embargo del gas il PIL italiano crescerebbe solo dello 0,6%, una quota vicina allo zero che potrebbe farci stare in territorio rosso. Anche nel 2023 c’è la passeremo sicuramente malissimo con una crescita stimata alla data di oggi dello 0,4%, Ma la previsione per il 2023 è già fantasiosa, visti i continui sviluppi che potrebbero aggiungersi alla situazione attuale.



Saranno 270 mila disoccupati, quest’anno 290.000. Il prezzo del gas che già cresciuto del 46% rispetto all’anno precedente, entro il febbraio 2023 salirà di ben oltre il 125%, per un costo complessivo di €220 a megawattora.

Embargo del gas: inflazione e nuovi poveri

L’inflazione è all’8% inoltre rispetto al 5% delle ultime rilevazioni, non potremmo sicuramente aspettarci una diminuzione dei beni di prima necessità. Con tutti i prestiti che l’Italia sta ricevendo, possiamo dire di star navigando a deficit sul PIL ormai da molto tempo.

Questo genererà un ondata di nuovi poveri, precisamente ai 5 milioni con un reddito inferiore ai €12000, se ne aggiungeranno altri sei.

Con un milione di famiglie in più con redditi bassissimi, l’Italia dovrebbe trovare 40 miliardi di contributi per aiuti alle famiglie.

Va detto che il governo Draghi ha già stanziato 12 miliardi per aiutare tutti a pagare gli oneri di sistema che comportano una spesa di 0,65 €. Questo significa che i 12 miliardi sono stati spesi male: secondo Milena Gabanelli infatti, grazie a questa sprovveduta distribuzione degli aiuti, sono stati tolti gli oneri di sistema anche a quelle aziende che hanno effettuato un contratto sul libero mercato e quindi hanno avuto un prezzo bloccato senza subire i rincari.

Embargo del gas: le aziende che chiuderanno

Nel prossimo futuro le aziende legate all’artigianato e vendita di vetro acciaio ceramica e carta subiranno un notevole danno economico e rischieranno di chiudere, insieme alle imprese alimentari che gestiscono prodotti derivanti dalla lavorazione di grano e mais. Quindi bisognerebbe piuttosto aiutare queste aziende, piuttosto che pagare la cassa integrazione.

Invece il DL rilancio ha stabilito che tutte le imprese sotto i 250 milioni di euro di fatturato fossero esonerate dal pagamento dell’Irap 2020. Ciò ha comportato un mancato incasso di 3,9 miliardi di euro perduti per aver agevolato anche quelle imprese che invece hanno potuto fatturare di più durante la pandemia come ad esempio le farmacie.

Bisognerebbe, secondo le proposte della Gabanelli attingere agli extra profitti dei produttori di energia eri distribuirli verso chi non ce la fa. L’aumento dell’inflazione inoltre produce maggiori entrate fiscali, questa maggiorazione potrebbe essere ridistribuita.

Inoltre la Gabanelli fa sapere che l’Agenzia delle entrate ha già una lista di persone che hanno un conto all’estero non dichiarato: un gruzzolo che conta complessivamente 200 miliardi da aggiungersi al totale relativo all’evasione fiscale di 31 miliardi: si tratta dell’evasione più alta d’Europa.