Dell’incredibile scoperta scientifica partorita in California sugli embrioni chimera uomo-scimmia già ve ne parlavamo in questo focus recente, nel frattempo però la discussione etico-scientifica è progredita e negli ultimi giorni alcuni pronunciamenti a livello internazionale sono stati svolti, rimanendo però sempre in un quasi assordante semi-silenzio mediatico. Lo ha notato Assuntina Morresi su “Avvenire” che nell’editoriale di sabato 24 aprile spiega «Questi esperimenti di manipolazione estrema non fanno neppure notizia, scivolano via nell’indifferenza dei più, non diventano oggetto di dibattito e confronto pubblico, nonostante non manchino i dubbi».
Un professore genetista di Tor Vergata, Giuseppe Novelli, ad esempio sostiene che «la creazione di embrioni chimera uomo-scimmia porta a pochi vantaggi e a numerosi interrogativi, aprendo la strada a compromessi che si presentano, al momento, inaccettabili da molti punti di vista». Non è il solo a livello internazionale ma sembra che le tesi avverse all’estremizzazione della manipolazione genetica non trovino “spazio” o “voci” atte a volerle rendere note. Se da un lato lo sviluppo scientifico-tecnologico corre a grandi passi (basti vedere a quanto è stato possibile generare in risposta all’emergenza Covid-19), dall’altro un rischio si affaccia all’orizzonte: «La manipolazione profonda dell’umano è l’altra faccia della medaglia dell’importante sviluppo scientifico e tecnologico che segna i nostri tempi, e la recente creazione degli embrioni chimera uomo-scimmia (cioè embrioni in cui le cellule hanno patrimonio genetico diverso, delle due specie), di cui abbiamo avuto notizia nei giorni scorsi, è solo l’ultimo dei passi in questo percorso a dir poco inquietante», sottolinea ancora Morresi.
LA MANIPOLAZIONE DEGLI EMBRIONI
I tentativi di creare degli embrioni “mix” tra uomo e animale sono noti da decenni, ma questa volta con la riprova che tre embrioni creati in vitro tra cellule staminali umane e di un macaco sono sopravvissuti per 19 giorni è una novità sorprendente. Dalla pecora Dolly agli embrioni-chimera la scienza di passi avanti ne ha fatto di giganti, con il rischio “etico” che però non sembra viene affrontato in egual misura a quello scientifico: Assuntina Morresi arriva anche a denunciare i casi dove ancora oggi si “supera” il limite fissato dal Rapporto Warnock del 1984 di 14 giorni per la ricerca continuativa su embrioni umani. Come scrive sempre “Avvenire”, «Si tratta di un limite acquisito dalla legge inglese e finora condiviso dalla comunità scientifica internazionale, che ne ha sempre riconosciuto il carattere puramente convenzionale e non basato su particolari motivazioni scientifiche: un limite facile da rispettare perché finora gli embrioni umani non riuscivano a sopravvivere così a lungo. Un patto sociale, più che altro, perché la ricerca sugli embrioni umani all’epoca suscitava ancora obiezioni, e necessitava di qualche limite per essere accettata». Ora però da un lato le polemiche “etiche” sembrano sempre sopite su media e social, dall’altro il potere di strumenti e analisi della scienza è aumentato esponenzialmente a livello tecnologico: questo secondo Morresi (e non solo) rischia di aumentare notevolmente i rischi “sociali ed etici” dietro alle pure importanti e promettenti scoperte scientifiche del prossimo decennio.