Nel marzo di quest’anno il governo giapponese aveva tolto il divieto di usare embrioni umani per esperimenti scientifici. La pratica di modificare embrioni umani seppur non destinati alla riproduzione suscita sempre fortissime polemiche in campo scientifico ma soprattutto etico. Nel 2016 nel Regno Unito venne permesso il primo esperimento di modifica di embrioni umani. La legge britannica permette infatti le ricerche sugli embrioni, anche modificati, a patto che questi non vengano appunto impiantati per dare il via a una gravidanza. Adesso il Giappone, come comunica l’agenzia Ansa, “ ha dato il via libera ai primi esperimenti su embrioni ibridi uomo-animale, ottenuti trasferendo cellule umane in embrioni di topo e ratto. L’obiettivo è farli sviluppare in altri animali surrogati, come i maiali, per ottenere organi per i trapianti”.



I RISCHI DELL’ESPERIMENTO

Quello che si vuole ottenere spiega la rivista Nature in un apposito articolo, è un embrione animale mancante di un gene necessario per lo sviluppo di un determinato organo, ad esempio il pancreas. Nell’embrione animale verranno poi inserite cellule staminali umane riprogrammate per dar vita a qualsiasi tipo di cellula adulta. C’è però un problema non da poco, spiega Cesare Galli, fondatore e direttore di Avantea, laboratorio per la riproduzione animale e la ricerca biotecnologica: “Sarà molto importante.riuscire a evitare che le cellule umane si diffondano oltre l’organo mancante, ad esempio viaggiando fino al cervello e influenzandone lo sviluppo cognitivo. Evitare che le cellule arrivino al cervello”, conclude Galli, “richiederà ulteriori modifiche genetiche”. Un futuro inquietante.

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