Il Ddl Zan rischia di sparire definitivamente dal calendario del Senato per il mese di luglio: dopo i più di 1000 emendamenti complessivi presentato a Palazzo Madama (672 della Lega, più di 80 dall’Udc), non vi sarebbe il tempo tecnico per discutere tutto in Aula prima della pausa estiva, vista anche la necessaria approvazione di diversi Decreti legge in scadenza con massima urgenza. Per tutto il pomeriggio intanto è andata avanti la discussione generale, con 19 senatori sui 35 previsti nella “maratona” voluta dal Centrodestra. I restanti dovrebbero intervenire la prossima settimana, ma ancora non è chiaro quando e se avverrà.
Il Pd con Mirabelli attacca, «Come volevasi dimostrare, dopo tre settimane di appelli accorati al dialogo e dopo centinaia di dichiarazioni in cui si sosteneva l’importanza di approvare una legge contro l’omotransfobia, alla prova dei fatti la Lega ha presentato 700 emendamenti. Avevamo ragione, 8 mesi di ostruzionismo la dicevano già lunga sulle reali volontà di Salvini, che si dimostra per l’ennesima volta un interlocutore non credibile. Ora in Aula ci confronteremo sul merito con le altre forze politiche per approvare al più presto il ddl Zan». La Lega invece replica con il capogruppo al Senato Romeo, «Se si dialoga, la Lega è pronta a ritirare gran parte degli emendamenti presentati al Ddl Zan. Se invece il Pd continuerà a volere lo scontro, affosserà la legge e la tutela dei diritti di migliaia di persone». Come preannunciato da Renzi, le modifiche richieste e presentate da Italia Viva (2 emendamenti sottoscritti dal senatore Giuseppe Cucca insieme al capogruppo di Iv, Davide Faraone e altri 2 firmati da Cucca insieme al socialista Riccardo Nencini) riguardano gli articoli 1, 4 e 7 del Ddl Zan, le parti già più contestate dalla proposta finora rimasta vana del relatore Ostellari (Lega). La senatrice Binetti sottolinea come sia ormai obiettivo diffuso che l’esame del provvedimento possa slittare a settembre in modo da entrare nelle campagne elettorali per le Amministrative: «L’obiettivo è prendere tempo, che mi auguro che possa portare a una riflessione seria e quindi a una legge che sia migliore nel testo».
PIOGGIA DI EMENDAMENTI AL SENATO
Oggi alle 16.30 riprende in Senato la discussione sul Ddl Zan, ripartendo dagli interventi lasciati in sospeso la scorsa settimana e ancora preliminari rispetto al dibattito effettivo sugli articoli del disegno di legge contro l’omobilesbotransfobia. Il caos però al momento è dettato dalla presentazione degli emendamenti, scaduta alle ore 12, e che vede il Governo definitivamente spaccato sul testo in arrivo dalla Camera. Come promesso, se non vi fosse raggiunto l’accordo con il Pd, la “valanga” di emendamenti sarebbe stata presentata dal senatore della Lega Calderoli: e così è avvenuto, con ben 672 emendamenti presentati sul testo base del Ddl Zan, seguiti a “ruota” dai 127 di Fratelli d’Italia, 60 da Udc di Binetti, 1 dal Psi di Nencini, 1 dal Gruppo Autonomie di Unterberger ma soprattutto 4 da Italia Viva di Renzi che pure aveva spiegato stamattina non fossero intenzionati a presentarne.
«Propongo a Enrico Letta, per l’ennesima volta, una mediazione come chiesto anche dalla Santa Sede. Vediamoci martedì, prima che il testo arrivi in Aula, per togliere i punti critici degli articoli 1, 4 e 7. Se Letta non accettasse, la legge Zan finirebbe male e tutta la responsabilità cadrebbe sulle spalle del Pd», aveva spiegato sabato il leader della Lega Matteo Salvini. E così puntualmente è avvenuto, con il Centrosinistra che invece accusa la destra di voler sabotare il Ddl: «Sono il chiaro tentativo di affossare la legge. Altro che volontà di dialogo e mediazione. Salvini sui diritti conferma di avere la stessa linea di Orban», attacca Alessandro Zan. La Lega però fa sapere in una nota, «se il Pd dialoga, siamo disposti a ritirare tutti gli emendamenti»
DDL ZAN SLITTA A SETTEMBRE?
Durissimo anche il neo-senatore di Fratelli d’Italia Lucio Malan, appena uscito da Forza Italia e quindi anche dal Governo: «Sulla legge Gasparri gli emendamenti furono tremila. Si votarono e la legge arrivò in porto. C’era una maggioranza che sosteneva la legge. C’è una maggioranza sul ddl Zan?». Secondo Matteo Renzi un accordo è «sempre a portata di mano, perché la Lega, dopo mesi di ostruzionismo, ora si dice disponibile. Non capisco perché Letta si sia messo di traverso». Ora però con questa pioggia di emendamenti resta in forte dubbio la possibilità di giungere al voto prima della pausa estiva del Senato: sono in tutto 9 i giorni di sedute effettive a Palazzo Madama, con diversi Decreti in scadenza che vanno riconvertiti in legge e che hanno priorità sul Ddl Zan. Lo “spettro” di quanto Renzi e Salvini avevano da giorni predetto si sta avverando: senza accordo, il rischio di un voto a settembre oltre che l’altrettanto rischio affossamento della legge a scrutinio segreto. Una nuova riunione della Conferenza dei capigruppo, tra oggi e domani, dovrà stilare il nuovo calendario e lì si capirà se tutti questi emendamenti frutto del mancato accordo in Commissione porteranno effettivamente il voto ben dopo agosto.