Il giornalista Federico Rampini è intervenuto in qualità di ospite nel corso della trasmissione di Rai Tre “Cartabianca”, condotta da Bianca Berlinguer e andata in onda nella serata di martedì 18 maggio 2021. In risposta a un intervento della collega Valentina Petrini, Rampini ha parlato del Coronavirus, sottolineando che “è possibile fare tesoro di una lezione così drammatica. È possibile perché è già accaduto. Taiwan il 31 dicembre 2019 lanciò un allarme sui casi di polmonite anomala, molto gravi e sospetti. Lanciò l’allarme all’Oms, che non aprì nemmeno la busta, se posso lanciar questa metafora, perché Taiwan non fa parte dell’organizzazione. La Cina lo vieta”.
Poi, ha aggiunto: “A parte questa, che è una vicenda diplomatica, voglio dire che se guardiamo ai Paesi che hanno avuto contagi e un bilancio di decessi microscopici, ci rendiamo conto che hanno fatto tesoro della lezione della Sars. Taiwan ha 24 milioni di abitanti e, l’ultima volta che ho guardato i dati, ha registrato a causa del virus solo 24 morti”.
RAMPINI: “1,4 MILIARDI DI CINESI MANGIANO CARNE QUASI QUANTO NOI”
L’attenzione di Federico Rampini si è poi spostata sulla questione emergenza climatica e, in merito a tale argomento, non ha usato troppi giri di parole: “Oggi il vero problema per l’impatto ambientale e le conseguenze dell’emergenza climatica e del riscaldamento globale è dato dal fatto che 1,4 miliardi di cinesi, approdati a un medio benessere, si sono messi a mangiare carne di pollo, manzo e maiale quasi quanto noi. Ancora non sono arrivati ai livelli degli americani, ma è là che mirano ad arrivare”. Successivamente, dopo avere rimarcato che i controlli negli allevamenti in Italia possono anche essere efficaci, ma tutto sta in ciò che importiamo dal resto del mondo, Rampini ha rivelato: “Quindici anni fa, quando ero ancora corrispondente all’estero, visitai la più grande fabbrica di polli del mondo in Cina. Dico fabbrica perché quel sistema con l’allevamento non ha nulla a che vedere. Mi ha disgustato per tutta la vita mangiare la carne di pollo, osservando cosa accadeva in quell’inferno”.