Non si fermano gli effetti devastanti del clordecone nelle Antille francesi. Fino agli anni Novanta il clordecone era stato un pesticida molto diffuso nelle piantagioni di banane in Guadalupa, ma i cui effetti sono visibili ancora oggi. Al 10 febbraio, 2.340 abitanti del Guadalupa hanno effettuato la misurazione della quantità di clordecone presente nel loro sangue, una procedura che dal 2022 si può ottenere con una semplice prescrizione medica, dopo anni di richieste e battaglie da parte della popolazione.



Il clordecone, come sottolinea il quotidiano francese La Croix, è un perturbatore endocrino ed è un pesticida potenzialmente cancerogeno, autorizzato nelle Antille francesi fino agli anni ’90. Secondo l’Agenzia nazionale francese per la sicurezza di alimenti, ambiente e lavoro, una percentuale compresa tra il 2% e il 12% della popolazione delle Antille è interessata dal superamento del valore tossico di riferimento, il VTR cronico esterno, vale a dire attraverso l’alimentazione. In Guadalupa, infatti, la maggior parte delle persone coltiva frutta e verdura nel proprio giardino, oppure la acquista attraverso canali di distribuzione informali, aumentano così il rischio di essere esposti al clordecone. In particolare, alimenti come gli ortaggi a radice o le uova sono in grado di contenere concentrazioni elevate di questo pesticida.



Clordecone in Guadalupa, lo “scandalo ambientale” a lungo ignorato

Clordecone nelle Antille francesi, nel sangue della popolazione è stato rilevato che “i superamenti del VTR interno sono dell’ordine del 15% in Guadalupa“, come ha spiegato a La Croix Caroline Corlier, responsabile della clordeconemia presso l’Agenzia Sanitaria Regionale. Il valore tossico di riferimento è pari a 0,4 microgrammi per litro di sangue, e in caso di superamento scattano i controlli sullo stile di vita del paziente, in modo da ridurre il rischio di esposizione al clordecone, questo pesticida che ancora oggi segna la popolazione di quest’isola.



Tra i sistemi per ridurre l’esposizione al clordecone, in Guadalupa dal 2009 c’è la possibilità di richiedere l’analisi del proprio appezzamento di terreno. Ogni anno, come riporta La Croix, le richieste si aggirano fra le 350 e le 400. Anche in caso di esito negativo, alla popolazione vengono insegnate tecniche di coltivazione alternative oppure metodi di cottura per ridurre il contenuto di clordecone negli alimenti. Il problema del clordecone è stato ignorato per quindici anni in Guadalupa, nonostante fosse stato rivenuto nel suolo, nell’acqua e dunque nel cibo e nei corpi degli abitanti ammalati a causa della contaminazione. Era stato Emmanuel Macron nel 2018 a riconoscere lo “scandalo ambientale” del clordecone. Eppure, gli i messaggi di prevenzione non arrivano alla popolazione a causa della profonda sfiducia che si è creata sull’isola.