PENSAVO (speravo!) si trattasse di una BUFALA… invece E’ VERO: la SIAE ha predisposto un'”elemosina alimentare” (l’invio di pacchi contenenti cibo: “Abbiamo distribuito 2500 pacchi alimentari e ci auguriamo di aver fornito un servizio utile agli associati che ne hanno potuto usufruire” si legge sul sito ufficiale della Società per i diritti d’autore) per i musicisti “ridotti alla fame” dall’emergenza COVID: CHE VERGOGNA!



Naturalmente non si è minimamente posta il dubbio (…e nessuno fino ad oggi ha pensato di chieder nulla in merito) che siano ben altre le cause, antiche e gravissime, che hanno ridotto la Musica ed i Musicisti italiani in tali condizioni; in sostanza quelle stesse cause che hanno potuto permettere alla SIAE di elargire una tale indegna ed inutile ELEMOSINA a quella categoria di professionisti a cui dovrebbe, al contrario, garantire dignità; quella dignità che solo il giusto riconoscimento economico per il lavoro svolto potrebbe e dovrebbe donare.



Come Compositore mi sento profondamente offeso nel vedere i miei colleghi trattati alla stregua di mendicanti (esattamente come tutti quei disperati che il nostro ipocrita Sistema Politico-Economico ha scelto di mantenere grazie alla “bontà” di  “enti caritatevoli” come la Caritas).

La SIAE, in tale frangente, se avesse voluto veramente sostenere “i suoi” Autori avrebbe dovuto pretendere dallo stato italiano le stesse sovvenzioni economiche (SOLDI non ALIMENTI !) riconosciute a tutti coloro che non hanno potuto lavorare a causa dell’emergenza sanitaria.

Nulla di più.



Ma il problema più grave resta un altro: la stragrande maggioranza dei Musicisti italiani non lavora da decenni indipendentemente dal COVID 19; di questo la SIAE dovrebbe aver piena consapevolezza, impegnandosi in prima linea per provare a contribuire a risolvere questo terribile stato di cose (di cui è invece assolutamente corresponsabile).
I “pacchi alimentari” se li poteva anche tenere:  i musicisti non meritano alcuna elemosina, hanno bisogno e diritto a ben altro.