Emergenza crisi migratoria in Europa

In Europa sta tornando a stagliarsi lo spettro della crisi migratoria che potrebbe raggiungere numeri molto più elevati rispetto al 2015. Lo riporta la testata Politico, che parla proprio della crisi più importante dal 2015, dovuta in parte alla guerra tra Russia ed Ucraina, ma anche alla crisi pandemica, che ha portato numerose persone a cercare riparo, o fortuna, in stati con una gestione sanitaria migliore.



Politico, in merito alla crisi migratoria, ha intervistato il segretario di stato del Belgio, Nicole de Moor, che ha sostenuto che “la pressione migratoria è diffusa su un minor numero di paesi rispetto al 2015″. Quello è stato il picco migratorio in Europa, ma la crisi che si sta diffondendo ora potrebbe avere risvolti molto più marcati sulle nazioni, che nel frattempo, come sostiene il primo ministro del Belgio Alexander De Croo, “hanno meno attenzione perché ci sono due o tre crisi che si verificano contemporaneamente”. Tuttavia, sottolinea l’analisi di Politico, in moltissimi paesi dalla crisi del 2015 sono state adottate politiche sempre più stringenti sulle richieste d’asilo e questo potrebbe, a breve, avere enormi ricadute sulla povertà media delle nazioni, invase da migranti irregolari, che non possono regolarizzarsi e finiscono, in un modo o nell’altro, per strada.



Crisi migratoria: i richiedenti asilo aumentano, ma i governi chiudono le frontiere

Nella sua analisi sulla crisi migratoria che si sta abbattendo sull’Unione Europa in modo analogo alla crisi del 2015, Politico sottolinea le parole di David Vogel, membro della Ong Medici senza frontiere. Secondo Vogel, il problema non è il numero di richiedenti asilo, per ora in linea con il 2015 e che, quindi, potremmo riuscire ad affrontare, ma la gestione governativa dei migranti.

L’articolo di Politico, in merito ai governi che stanno cercando di porre un freno alla crisi migratoria, cita per esempio la Danimarca, paese che registra storicamente parecchie richieste d’asilo, che dal 2015 ha limitato il numero di ingressi da 21mila a poco più di 2mila. A questo si aggiungono anche i Paesi Bassi, in cui alcuni comuni rifiutano di accogliere migranti, oppure ancora l’Austria che è schiacciata dalle pressioni anti migratorie. Mentre in Francia, dal 2023 saranno introdotte nuove norme più stringenti sull’espulsione degli immigrati irregolari.



Nel frattempo, in Europa la crisi migratoria ha già dei numeri importanti, secondo Politico. Per il terzo mese consecutivo, infatti, si sono registrate oltre 70mila richieste d’asilo, in linea con i dati del 2015. Tuttavia, questo numero non tiene conto degli oltre 4 milioni di rifugiati ucraini (che secondo SkyTG24 sarebbero addirittura 7 milioni), destinati probabilmente a crescere con l’arrivo dell’inverno che renderà la guerra più difficile.