Quanto son belli, interessanti, intelligenti i giovani d’oggi.  Sì, il primo impatto, il primo giudizio da riconoscere e da esprimere è quello dell’ammirazione (perché no? anche di contemplazione!). Sono con noi, ci sono vicini, ci sono dati. Che incanto guardare i loro volti, gli occhi, lo sguardo, le parole sospese nell’aria, i passi che provano a snocciolare, le grandi domande intorno al Cielo e alla terra che si portano addosso e dentro. Si vede, si capisce che vorrebbero tanto essere capaci di amare; prima, di essere capaci di essere amati, e poi di essere capaci di amare tutti e tutto. Ma anche che tenerezza, che pena suscitano in noi i giovani d’oggi! Che turbamento per il generale smarrimento in cui sono attanagliati i loro cuori. Sembra proprio che una sorte angosciosa e perniciosa attenda il loro destino. Per la prima volta, nel corso dell’intera storia umana conosciamo un fenomeno – di così vaste proporzioni – di disagio, di sofferenza, di turbamento intimo, interno alla persona, comportamentale, intra relazionale.



Tantissimi ragazzi “finiscono male”, muoiono “dentro” e spesso anche “fuori”, cercano la morte per una sorta di auto disfacimento: “ci sballiamo fino a sfinirci!”. Le guerre ci sono sempre state e quelle di oggi sono particolarmente mostruose; ma la guerra che tanti figli combattono contro sé stessi, contro il proprio cuore e il proprio volto, contro l’Essere, questa guerra è specialissimamente incredibile, inspiegabile, assurda. Inedita, sconosciuta, ad essa non eravamo preparati, se così si può dire? Si vede e si capisce che è proprio così se si fa attenzione a come vivono, a cosa mostrano e manifestano i giovani: una crescente e spesso ingiustificata rabbia verso tutto. Verso sé stessi e verso i genitori – altro modo per prendersela con sé stessi – con innumerevoli e gravissimi maltrattamenti, soprusi, violenze. Attraverso che folli e raccapriccianti esperienze stanno passando i nostri ragazzi! Ci vuole dunque Qualcuno, qualcosa, tante persone e gruppi, che facciano fronte a questa situazione che non può restare così straziante.



Le persone, la gente-gente (le persone semplici e vere, normali) non possono rimanere in uno stato di così grave e disperato abbandono. In particolar modo i genitori, che ormai sono “la categoria sociale” più povera e bisognosa! Occorre combattere, resistere, con tanto coraggio, in modo accanito (con le mani e con i piedi, con le unghie e con i denti, si diceva un tempo!) per aiutare queste numerosissime schiere di giovani. Occorrerebbe essere capaci di mettersi a piangere affinché la domanda, il grido del nostro cuore possa arrivare fino in Cielo. Occorrerebbe essere capaci anche di vergognarci per quante insufficienze, inadempienze, mancanze, tradimenti ci siamo macchiati verso i giovani. Bisogna aiutarci a vegliare, a vigilare, a custodire, a ricostruire, a ridare vita ai ragazzi, vita-vita.



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