Il senatore a vita Renzo Piano – in una lunga intervista al Corriere della Sera – ha rilanciato un allarme vibrato sulle drammatiche carenze politico-amministrative nella manutenzione delle infrastrutture in Italia.

La voce – all’indomani dell’ennesimo crollo di un viadotto autostradale a poche decine di chilometri dal Ponte Morandi – possiede la massima autorevolezza a livello globale, nonché un impeccabile profilo civile. L’architetto genovese ha infatti donato il progetto per il nuovo ponte nella sua città, ma anche alcuni studi per la ricostruzione nelle zone terremotate del Centro Italia.



Nessuno come Piano, anzi, forse solo Piano è davvero autorizzato in Italia a sollecitare un impegno straordinario per “rattoppare” la rete infrastrutturale: anche per proteggere – ha giustamente ricordato – l’eccellenza del Made in Italy nella progettazione.

Per questo non sarebbe affatto sorprendente – e forse anzi auspicabile – se Piano compisse un ulteriore passo istituzionale: firmare per primo la proposta di istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta sull’emergenza infrastrutturale in Italia. Un momento di riflessione politico-civile che sembra ormai poco eludibile dopo il crescendo di incidenti che ha interessato – negli ultimi anni – sia il network autostradale che quello ferroviario.



Prima di revocare da un giorno all’altro la concessione ad Atlantia (cosa di cui sembra nuovamente convinto il premier pentastellato Giuseppe Conte) non sarebbe utile un’analisi estesa e approfondita sullo stato delle infrastrutture nel Paese a vent’anni dalla privatizzazione di autostrade e aeroporti? E come sta il sistema delle ferrovie (pubbliche) italiane? Quello che sta esportando in Spagna la sua Alta Velocità, ma ha ucciso pendolari a Pioltello e famiglie che a Livorno abitavano lungo i binari.

Il Parlamento si accinge intanto a riaprire (doverosamente) i battenti di una seconda commissione d’inchiesta sulla crisi bancaria, mentre ha appena varato una – altrettanto doverosa – commissione straordinaria di contrasto ai fenomeni di razzismo, intolleranza e antisemitismo. L’ha voluta Liliana Segre, collega di Piano sui banchi dei senatori a vita, confermando l’intenzione di presiedere la commissione da lei sollecitata. Non ci sono dubbi che tutti plaudirebbero anche alla prospettiva che fosse Piano a presiedere una commissione straordinaria sulla crisi infrastrutturale.



P.S. Nei giorni scorsi Piano è stato illuminato dai riflettori mediatici per un nuovo progetto di prestigio internazionale: il Ges2 di Mosca, mega-hub di arte contemporanea voluto dalla Vac Foundation, emanazione dell’oligarca russo dell’energia Leonid Mikhelson. Quest’ultimo – patron dei gruppi Sibur e Novatek – è stato colpito nel 2017 dal pacchetto di sanzioni Caatsa, deciso dal presidente americano Donald Trump contro un vasto agglomerato di interessi economici russi, iraniani e nordcoreani. Il tema della “confrontation” geopolitica fra macro-aree del pianeta a colpi di dazi e sanzioni è di scottante attualità, anche in Italia, dove le sanzioni europee alla Russia di Vladimir Putin colpiscono da anni miliardi di export agroalimentare e manifatturiero. Ascoltare una testimonianza parlamentare da parte del senatore Piano sarebbe senz’altro un contributo istituzionale ulteriore e prezioso.