Non è certo da oggi che l’allarme per la carenza di medici viene lanciato da diverse Regioni in Italia, Molise in testa seguito da Lazio e Lombardia: ma è da oggi che il Governo sembra prendere quantomeno una via di possibile risposta ad un’emergenza tra le più importanti dei prossimi anni. «Stiamo esaminando la possibilità di inviare in Molise medici militari per far fronte alla carenza di personale sanitario negli ospedali, ma al momento non abbiamo ancora trovato una soluzione, stiamo continuando a cercarla» ha spiegato questa mattina la Ministra della Difesa Elisabetta Trenta, in visita con il leader M5s Luigi Di Maio a Campobasso per assistere alla “Sfilata dei Misteri”. Già da inizio giugno se ne parlava ma ora, con la conferma della titolare della Difesa, la notizia diviene realtà al netto delle perplessità che tutt’ora permangono nel Presidente della Regione Molise, il neo-eletto Governatore del Centrodestra Donato Toma. Dopo le Europee, il Commissario regionale alla Sanità Angelo Giustini aveva fatto un personale appello alla Trenta perché in Molise potessero essere inviati camici bianchi militari per sopperire alle tante, troppe mancanze di questa piccola Regione: «I medici dovrebbero essere impiegati nelle corsie dei nosocomi per 5-6 mesi, in attesa dei concorsi», spiegava Giustini.
MOLISE, EMERGENZA MEDICI NEGLI OSPEDALI
Non solo, con tale soluzione si potrebbe evitare la chiusura di reparti specifici di traumatologia e ortopedia degli ospedali di Termoli ed Isernia: ad inizio giugno già il Ministro Trenta aveva individuato 100 professionisti tra ginecologi, chirurghi, ortopedici e anestesisti da inviare sul posto per “tamponare” l’emergenza dei camici bianchi nelle strutture regionali. I 5-6 mesi sarebbero una tempistica necessaria «affinché il ‘Decreto Calabria’ possa essere definitivamente approvato, così nel contempo si espleteranno i concorsi. Tutto ciò consentirà di superare questo agonico stallo nella governance del Servizio sanitario regionale e del diritto all’equità e universalità di accesso dei cittadini» spiega ancora Giustini al Quotidiano.net. Restano le perplessità e le polemiche, come sostiene il Governatore Toma: «è una iniziativa della gestione commissariale avrei preferito una soluzione più strutturata della crisi sanitaria molisana». Di contro, per la Regione Molise, il vero pericolo starebbe nel «compromettere ulteriormente la reputazione della nostra sanità pubblica, senza mettere in dubbio la competenza dei medici militari, ma semplicemente perché ricorrere all’emergenza militare non aiuta la soluzione definitiva del problema». I numeri però restano davvero impressionanti, come nota il segretario del sindacato Anaao, Carlo Palermo, all’Ansa: «Ad oggi, se ne contano almeno 8mila in meno rispetto al fabbisogno, di cui 2mila proprio nei Pronto soccorso. Un’emergenza presente da tempo ma che si aggraverà d’estate con le ferie del personale».