Il governo Meloni ha deciso di investire 7,6 miliardi nonostante le tensioni tra Fratelli d’Italia e la Lega sul coordinamento, ma una cosa è certa: per fronteggiare l’emergenza siccità servirà una cabina di regia che dovrà coinvolgere tutti i ministeri interessati, dovrà essere definito un piano idrico straordinario nazionale che possa favorire l’intesa con le regioni e gli anti territoriali. A dirlo è il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida alla question Time alla Camera che si è tenuta a palazzo Chigi.
Emergenza siccità: richiesto il piano idrico nazionale e una cabina di regia
Come ha riportato anche il Sole 24 Ore, esiste attualmente una rivalità tra i due partiti dell’esecutivo, Fratelli d’Italia e la Lega, in modo da coordinare gli interventi. Il tavolo idrico che si è riunito per la prima volta ieri in tarda mattinata presieduto dalla premier Giorgia Meloni ha provato a disegnare la direzione di marcia del governo per risolvere la crisi che sta mettendo a dura prova la filiera agroalimentare e sta impattando sull’industria ma soprattutto sui prezzi dei generi alimentari.
Nonostante la forte presenza politica alla riunione, e nonostante gli antagonismi politici, la lega è decisa non lasciare a Fratelli d’Italia il timone degli interventi fondamentali soprattutto nel centro nord dove la Lega è molto forte.
Emergenza siccità: la Lega si candida al timone
Infatti il Ministero delle infrastrutture guidato da Matteo Salvini è pronto a prendere parte alla gestione del dossier anche attraverso l’assunzione di “responsabilità diretta“. In pratica Salvini ha deciso di guidare proprio la cabina di regia che dovrà salvare l’Italia dalla siccità. Si tratta di gestire 8 miliardi di euro che sono già stati stanziati da qualche anno attraverso il PNRR, altri 1,2 miliardi era stata già preventivata dalla programmazione europea 2014-2020.
Attualmente la percentuale di perdita d’acqua delle reti è stimata nel 40%, ma al sud si raggiunge anche il 50%. Stiamo parlando di perdite ingenti che potrebbero anche paventare l’ombra dei razionamenti.
A ciò deve sommarsi l’immancabile effetto collaterale dell’aumento dei prezzi dei generi alimentari agricoli, riuscirà il super-commissariamento a salvare l’Italia?