La situazione è seria, tanto da fare immaginare misure importanti. La siccità che sta colpendo l’Italia svuota le dighe e pone non pochi problemi all’agricoltura e all’industria, al punto che il ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, non esclude ricadute perfino sull’approvvigionamento alla popolazione, ipotizzando “un sano e realistico piano di razionamento” dell’acqua”.



Un’opzione suffragata anche dall’intervento alla trasmissione “24 Mattino” su Radio 24 del titolare dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin: “Al momento nessuna decisione, ma io credo che dopo un giro di confronto con tutti i grandi consorzi che gestiscono le dighe, con i gestori del sistema idrico integrato, si debbano tirare le somme e può anche darsi che su alcuni territori sia fondamentale arrivare a questo”.



Le ricadute sarebbero significative: secondo l’Anbi, l’Associazione nazionale dei consorzi di bacino, sono 3,5 milioni gli italiani che rischiano di avere l’acqua razionata dai rubinetti. Senza contare che una percentuale tra il 6% e il 15% della popolazione (dati Cnr) vive ormai in territori esposti a una siccità severa o estrema. E non è tutto. In un’informativa in Cdm Musumeci ha anche suggerito l’ipotesi di nominare “un commissario con poteri straordinari e derogatori”, figura già in verità immaginata dal Governo Draghi, prima della sua caduta.

L’emergenza idrica sarà intanto al centro di un neonato tavolo interministeriale, una cabina di regia dedicata al tema che si riunirà il 1° marzo sotto la presidenza della Premier Giorgia Meloni e che vedrà la partecipazione dei rappresentanti dei ministeri dell’Ambiente, delle Infrastrutture, dell’Agricoltura, degli Affari europei e del Dipartimento per la Protezione civile.



All’organismo spetterà quindi fornire le linee di indirizzo per affrontare una stagione estiva che si prospetta difficile. Secondo Coldiretti, infatti, la grave siccità che ha colpito soprattutto il centro-nord mette a rischio 1/3 del Made in Italy a tavola che si produce nella food valley della Pianura Padana dove si concentra anche la metà dell’allevamento nazionale. Nel mirino c’è purtroppo – fa notare sempre Coldiretti – la produzione degli alimenti base della dieta mediterranea, dal grano duro per la pasta alla salsa di pomodoro, dalla frutta alla verdura fino al mais per alimentare gli animali per la produzione dei grandi formaggi come Parmigiano Reggiano e il Grana Padano e i salumi più prestigiosi come il prosciutto di Parma o il Culatello di Zibello. Senza parlare del riso le cui previsioni di semina prevedono un taglio di 8mila ettari e risultano al minimo da 30 anni. L’eredità del 2022 è del resto pesante: stando all’analisi Coldiretti su dati Isac, al nord si è contato un deficit idrico del 40% rispetto alla media storica delle precipitazioni. Il risultato è che il fiume Po al Ponte della Becca (Pavia) si trova a -3,2 metri rispetto allo zero idrometrico, con le rive ridotte a spiagge di sabbia come in estate; i grandi laghi soffrono, facendo registrare percentuali di riempimento che vanno dal 36% del lago di Garda al 38% del Maggiore fino al19% di quello di Como. E va considerato anche lo scarso potenziale idrico stoccato sotto forma di neve nell’arco alpino e appenninico.

In questo contesto “gli agricoltori – commenta il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini – sono impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti, ma non deve essere dimenticato che l’acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio, la produzione di cibo e la competitività dell’intero settore alimentare”.

La buona notizia è che gli strumenti per reagire ci sono. “Di fronte al cambiamento climatico – afferma Prandini – è necessario realizzare il piano invasi per contrastare la siccità e aumentare la raccolta di acqua piovana oggi ferma ad appena l’11%. Quanto poi alla cabina di regia sulla siccità, abbiamo pronta insieme ad Anbi e soggetti pubblici e privati una serie di interventi immediatamente cantierabili che garantiscono acqua per gli usi civili e la produzione agricola e per generare energia pulita”.

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