Ennesimo suicidio in carcere, stavolta a Torino, è il 27esimo dall’inizio del 2024 e conferma che l’emergenza all’interno dei penitenziari resta ancora alta. Monica Gallo, garante dei detenuti, è intervenuta a denunciare la situazione drammatica, per la quale non è ancora stato preso nessun provvedimento da parte del Ministero che si era impegnato a instaurare un tavolo di discussione per affrontare la questione. In un’intervista al quotidiano La Stampa, ha infatti dichiarato che dopo aver illustrato tutte le criticità, in occasione di un altro caso di suicidio avvenuto sempre a Torino il 13 agosto scorso, “Il Ministro Nordio aveva promesso iniziative ed azioni, ma dopo l’incontro è sparito senza più nessun contatto“.



I problemi da risolvere sono urgenti, soprattutto quello del sovraffollamento, a Torino infatti ci sono 1450 detenuti per 1064 posti. Poi il personale insufficiente e gli psichiatri che non riescono a garantire gli interventi per tutti. Così come lo stato non è mai intervenuto sulla questione dello spostamento dei collaboratori di giustizia e detenuti di alta sicurezza che rischiano di essere ghettizzati.



Monica Gallo (Garante detenuti): “Troppi suicidi in carcere per  mancanza di assistenza psichiatrica”

Monica Cristina Gallo, garante dei diritti dei detenuti, intervistata da La Stampa, ha sottolineato quali sono i problemi urgenti da risolvere per prevenire il fenomeno dei suicidi in carcere. Principalmente andrebbero potenziati i servizi di salute mentale, visto che attualmente gli psichiatri sono impegnati con 3500 prestazioni l’anno, perchè sono solo 5 in ogni penitenziario. E i dati dimostrano che sempre più detenuti soffrono di fragilità psichiche, tra questi i nomi della maggior parte di coloro che hanno deciso di togliersi la vita.



Sono insufficienti anche gli educatori ed i mediatori culturali. L’emergenza si estende alle strutture che dovrebbero accogliere i colpevoli di reati legati a disturbi mentali, che non hanno più posto e quindi ci sono lunghissime attese per l’ingresso. Così come anche nelle carceri femminili. Nel 2023 sono stati 57 i casi di suicidio, ad oggi sono già 27 da dicembre, l’appello della garante al ministro: “Basta stare in silenzio, non c’è più tempo“.