C’è una netta correlazione fra mal di testa, ed emicrania, e aumento delle temperature e caldo. Si tratta di una notizia purtroppo tutt’altro che lieve per coloro che già soffrono di frequenti mal di testa, visto che stiamo vivendo la stagione storicamente più calda dell’anno, appunto l’estate. A sottolineare questa associazione sono i colleghi di Fanpage che hanno citato uno studio tutto americano, precisamente dell’università di Cincinnati, insieme alla Icahn School of Medicine del Mount Sinai Hospital di New York, secondo cui il mal di testa può in qualche modo seguire il corso del meteo ed aumentare con la crescita delle temperature.



Da anni si ipotizza questa associazione ma di fatto non era mai stata confermata fino appunto alla realizzazione di questo autorevole lavoro che ha valutato più di 660 pazienti affetti da emicrania, e la frequenza dello stesso mal di testa associato alle temperature atmosferiche. Il risultato è che ogni volta che la temperature aumentavano di 5,5 gradi, vi era il sei per cento in più di casi di emicrania, un dato senza dubbio significativo.



EMICRANIA E MAL DI TESTA IN AUMENTO COL CALDO: COSA E’ EMERSO

Si pensi infatti che fra i 30 gradi estivi e i 10 invernali vi sono 20 gradi centigradi di differenza, quindi, circa il 24 per cento di possibilità in più dell’insorgere di mal di testa ed emicrania. Lo studio in questione si è soffermato su un particolare farmaco contro l’emicrania, precisamente il Fremanezumab, a base di anticorpi monoclonali, il cui obiettivo è quello appunto di prevenire l’emicrania che si verifica ad alte temperature.

Questo medicinale, approvato di recente negli Stati Uniti, agisce bloccando la proteina CGRP, che è quella che trasmette il dolore al cervello e al sistema nervoso. Si tratta quindi di una componente fondamentale del nostro organismo visto che senza la stessa non potremmo provare dolore e capire quindi se stiamo bene o male.



EMICRANIA E MAL DI TESTA IN AUMENTO COL CALDO: LO STUDIO SUL FREMANEZUMAB

Ebbene, quei pazienti che venivano trattati con il Fremanezumab, non presentavano più emicrania e mal di testa quando aumentava la temperatura atmosferica, dimostrando quindi l’efficacia dello stesso farmaco. Si tratta di uno studio ancora “acerbo”, nel senso che serviranno ulteriori step per confermare l’efficacia del medicinale a base di anticorpi monoclonali, ma in ogni caso si tratta di un primo importante step per dare vita a delle terapie mirate che permettano di contrastare i fastidiosi emicrania associati al caldo. Si tratta di una condizione fisica debilitante che tra l’altro va a gravare sulla persona in un momento in cui le alte temperature sicuramente non rendono la vita più lieve.

La certezza emersa da questo studio, al di là dei riscontri positivi sul Fremanezumab è che caldo e mal di testa non vanno d’accordo e in tutte le regioni degli Stati Uniti sono state registrate delle associazioni in tal senso con l’aumento delle temperature. L’emicrania colpisce il 14 per cento della popolazione mondiale, mentre in Italia la forma cronica è diffusa fra l’1 e il 3 per cento.