Pochi giorni fa l’ex leghista (ora indipendente) Matteo Montevecchi aveva sollevato nel corso di un’interrogazione nel consiglio regionale la questione delle multe impartite dall’Ausl dell’Emilia-Romagna ai genitori dei bambini non vaccinati per chiedere delucidazioni in merito a quello che ritiene essere un comportamento scorretto e lesivo della libertà di obiezione dei cittadini: quella avviata dall’Ausl – aveva denunciato – è una vera e propria “campagna di sanzioni amministrative (..) che ha interessato qualche migliaio (secondo La Verità almeno 3mila, ndr.) di famiglie”.



L’origine delle sanzioni – aveva spiegato il consigliere – è da ricercare “nell’estate 2019” quando i sanitari dell’Emilia-Romagna avevano inviato le prime notifiche alle famiglie che – a loro volta – avevano “impugnato le sanzioni” presentando i regolari “scritti difensivi” e chiedendo “audizione” all’Ausl: nessuna risposta sarebbe pervenuta, se non nel “luglio 2024” quando le famiglie hanno ricevuto il rigetto delle loro difese, intimando alle famiglie di versare i dovuti 192 euro a titolo sanzionatorio entro 30 giorni dalla notifica.



Un fatto grave sia per la lesa libertà di obiezione dei genitori dell’Emilia-Romanga, sia perché secondo Montevecchi molte delle ingiunzioni di luglio “sono state notificate oltre il quinquennio” di prescrizione e andrebbero considerate automaticamente estinte; senza considerare il fatto che nessuna delle richieste di audizione è stata accolta dall’Ausl romagnola “costringendole così alla scelta forzata tra il pagamento immediato di sanzioni ingiuste o al ricorrere al Giudice di Pace”.

L’Ausl Emilia-Romagna di difende dalle accuse: “Noi abbiamo solo rispettato la legge”

Un’interrogazione rimasta – in parta – inascoltata ma che è tornata protagonista sulle pagine del quotidiano il Resto del Carlino che ha colto la palla al balzo e ha interpellato direttamente la direttrice amministrativa dell’Ausl Emilia-Romagna Agostina Aimola che – innanzitutto – ha preferito non commentare il dato delle (presunte?) 3mila multe; precisando tuttavia che le richieste di annullamento arrivate ai suoi uffici sarebbero “circa 100“, nessuna di queste caduta “in prescrizione” perché altrimenti “non le avremmo mandate” rappresentando un costo non indifferente per l’ente.



“Noi – ci tiene a mettere in chiaro la dirigente dell’Ausl Emilia-Romagna – abbiamo applicato la norma esattamente come prescritto” e a chi le chiede perché sia l’unica regione ad averlo fatto, sostiene di “non sapere” cosa facciano le altre 19 regioni sottolineando che “se [loro] decidono di non applicare [una legge dello Stato], non è responsabilità di chi la applica correttamente“; mentre soffermandosi sulle mancate audizioni ricorda che qualcuno “voleva la certezza matematica che il vaccino non implicasse rischi [e] c’è chi ha chiesto più di un colloquio, ma durante il periodo covid”, pur promettendo che indagherà sui possibili “difetti procedurali“.