Dopo più di un anno dalla violenta alluvione che ha causato miliardi di euro di danni in tutta l’Emilia Romagna i lavori di ricostruzione – forti anche dei fondi messi a disposizione dallo Stato – vanno avanti spediti; ma nonostante questo l’ex governatore del Pd Stefano Bonaccini (ora finito tra le file del Parlamento Europeo) continua a ‘battere cassa’, lamentando che degli 8,5 miliardi richiesti ne sono stati stanziati poco più della metà: circa 4,7 secondo alcune carte visionate da Libero e secondo – non da meno – il parere del generale Francesco Paolo Figliuolo scelto per gestire la ricostruzione.
L’ultimo attacco da parte del governatore dimissionario è arrivato proprio in occasione delle sue dimissioni quando – intervistato dalla trasmissione In Onda – ha detto che nonostante “le promesse fatte (..) per l’alluvione non è arrivato nulla“: a smentire questa posizione ci pensa il già citato Figliuolo che oltre a fare un riassunto degli interventi e delle cifre usate (ma ci arriveremo tra qualche riga) parlando sempre con Libero ha addirittura sottolineato che quasi la metà dei fondi non sono stati neppure richiesti da enti, imprese e famiglie.
Come procede la ricostruzione dell’Emilia Romagna: le parole del generale Figliuolo
Insomma: da un lato abbiamo un Bonaccini che non si risparmia nessun attacco pur di screditare il lavoro del governo; mentre dall’altro c’è Figliuolo che – ragionando proprio sui 4,7 miliardi messi a disposizione – ritiene che “tali risorse mi permettono di far fronte a tutte le esigenze“. Nel dettaglio, partendo dagli interventi pubblici messi in campo in Emilia Romagna, il generale spiega che sono stati messi a disposizione in totale 2,8 miliardi: “Ad oggi – sottolinea – abbiamo garantito copertura a tutte le urgenze” con un totale di “6.123 interventi (..) per oltre 1,677 miliardi”.
“Circa il 35% sono terminati – continua il generale a Libero -, un altro 30% è in corso e il resto è in fase di (..) progettazione” e sostiene anche che recentemente sono state individuate nuove criticità che saranno oggetto “di nuove ordinanze” in arrivo nei prossimi mesi; mentre sui (presunti) ritardi nei lavori spiega che sono dovuti esclusivamente al fatto che occorre “evitare la paralisi dell’intero territorio [mettendo] in campo contemporaneamente tutte le opere”.
Figliuolo smentisce Bonaccini: “Sono i privati a non aver presentato le domande per i rimborsi”
Passando ai fondi messi a disposizioni per le famiglie, le imprese e gli enti Figliuolo – sempre contrariamente alla versione di Bonaccini – sostiene che la dotazione dovrebbe essere di 1,9 miliardi totali: 639 milioni iniziali, poi incrementati con ulteriori 560 milioni e gli ultimi 700 milioni che arriveranno nelle prossime settimane. “Per la ricostruzione privata [in Emilia Romagna] sono state concluse 520 pratiche – spiega il generale – (..) per importi che superano i 15,3 milioni di euro”.
Ma non vanno dimenticati neppure quei 103 milioni che furono erogati – proprio a titolo di Contributo di immediato sostegno – subito dopo l’alluvione con l’ipotesi di “diversi amministratori locali” che “molte delle 23 mila famiglie che hanno ricevuto” i fondi immediati “non presenteranno ulteriori richieste”. Nonostante questo, ad oggi si contano ben “1.450 domande presentate” con ulteriori “1.495 in fase di compilazione”.
Numeri che secondo lo stesso Figliuolo sono ben più bassi “rispetto alle stime iniziali”, ma non a causa – come vorrebbe Bonaccini – dei ritardi governativi; quanto piuttosto di una (classica durante le ricostruzioni) “inerzia iniziale nel presentare le domande [e] un’oggettiva difficoltà nel trovare i periti“.